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Elezioni Svezia, ma quale fascismo: la destra che ha fatto l’exploit è arcobaleno

I Democratici svedesi guidati da Jimmie Akesson hanno epurato le radici neonaziste, sono a favore del movimento Lgbt e hanno istituito un documento contro il razzismo


12 Settembre 2022

Elezioni Svezia, ma quale fascismo: la destra che ha fatto l’exploit è arcobaleno

Fonte: Profilo Twitter di Jimmie Akesson

Diversi giornali italiani ed europei parlano della destra svedese come uno schieramento ultranazionalista e anti-immigrazione. Insomma: fascista. La realtà è ben diversa: i Democratici svedesi (Sd) guidati da Jimmie Akesson, che hanno superato il 20% alle elezioni legislative, un vero e proprio exploit al di là del risultato finale, non ancora pervenuto, hanno epurato i membri con radici neonaziste e suprematiste, sono a favore del movimento Lgbt e ha sottoscritto un documento contro il razzismo. Anche sul piano geopolitico i Democratici svedesi sono tutto fuorché nazionalisti: nel 2019 hanno abbandonato le velleità di Swexit, l’uscita del Paese dall’Ue, sono favorevoli all’ingresso della Svezia nella Nato e sostengono l’Ucraina nella guerra contro Vladimir Putin. Per dire: il Terzo polo, in Italia, è meno moderato.

Elezioni Svezia, ma quale fascismo: la destra che ha fatto l’exploit è arcobaleno

Il 43enne Akesson, che una volta disse che i musulmani erano “la più grande minaccia straniera dalla seconda guerra mondiale”, nel corso degli anni ha annacquato la retorica e le politiche del partito, come altri partiti nazionalisti in Europa. Prendete Fratelli d’Italia, che tra l’altro è a capo dei Conservatori europei, il partito Ue di cui fanno parte i Democratici svedesi: Giorgia Meloni ha condannato pubblicamente il fascismo, ha tranquillizzato l’Unione europea su eventuali ribaltoni e continua a essere a favore della sanzioni contro Mosca. La destra, la vera destra, è un’altra cosa. Per Akesson è uguale: il leader di Sd ha aperto alle questioni Lgbt, sostenendo i matrimoni Lgbt+ e gli interventi per chi intende cambiare sesso. Vero: Akesson ha incentrato la campagna elettorale sui problemi legati all’immigrazione, ma nel 2010 ha istituito e firmato una Carta contro il razzismo e l’estremismo, dichiarando di voler perseguire una politica di “tolleranza zero” contro la xenofobia. La sua ascesa è andata di pari passo con la forte immigrazione svedese. La Svezia, che ha 10 milioni di persone, ha accolto circa mezzo milione di richiedenti asilo negli ultimi dieci anni. Il partito ha rubato elettori sia ai moderati conservatori di Ulf Kristersson, che appoggia alle elezioni, sia ai socialdemocratici, specialmente tra gli uomini della classe operaia. Inoltre, la lotta alla criminalità, che è stata a lungo una delle questioni principali del partito, è stata per la prima volta una delle principali preoccupazioni degli elettori alle elezioni di domenica in mezzo a un aumento vertiginoso delle sparatorie tra bande.

Elezioni Svezia, ma quale fascismo: la destra che ha fatto l’exploit è arcobaleno

Poi c’è lo scacchiere internazionale. Mentre altri partiti europei di estrema destra hanno espresso sostegno a Putin, l’Sd si è espresso a favore dell’Ucraina nella guerra contro la Russia e ha espresso sostegno alla candidatura della Svezia all’adesione alla Nato proposta dal premier uscente Magdalena Andersson, esponente della sinistra svedese. Secondo Jonas Hinnfors, docente di scienze politiche all’Università di Göteborg, i Democratici svedesi sono passati da un partito “che dice no a tutto a un partito che considera la situazione parlamentare e inizia a vedere dove può avere più influenza, possibilmente cooperare e fare il minor numero possibile di compromessi”. Insomma: un normale politico d’opposizione che appena sente aria di governo modera il programma e abbassa i toni. Un po’ come chi diceva di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e ora, da ministro degli Esteri, stringe mani e accordi con le superpotenze europee e globali. È tutto fuorché un fascista, Akesson. Anche per come si pone. Con i suoi capelli castani impeccabilmente pettinati, gli occhiali da esistenzialista, la barba ben curata e il vestito in modo casual, è lo svedese medio che griglia salsicce nel fine settimana.

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