04 Settembre 2022
Praga o perlomeno i manifestanti che nella giornata di ieri sabato 3 settembre hanno occupato piazza Venceslao, si discosta dalle misure occidentali riguardo i rapporti con la Nato e le sanzioni contro la Russia. Circa 70 mila persone chiamati dai partiti di opposizione e da altre organizzazioni hanno espressamente chiesto la neutralità sulla guerra in Ucraina (il governo attuale sostiene Kiev, anche militarmente) e di allontanarsi dall'influenza degli alleati.
Una manifestazione al grido di "Prima la Repubblica Ceca". Le persone scese in piazza hanno infatti criticato le misure del governo conservatore in carica, che mira nella stessa linea di praticamente tutti Paesi occidentali: sostegno incondizionato a Kiev e sanzioni contro la Russia. Tra i relatori, c'era chi ha chiesto di "liberarsi dalla sottomissione politica all'Ue, all'Organizzazione Mondiale della Sanità e all'Onu".
Una manifestazione, come detto, portata avanti in piazza Venceslao, in cui tantissimi esponenti anche diversi politicamente tra di loro la pensavano allo stesso modo. Proteste reiterate contro la Nato di cui il Paese è membro. Infine sollecitazione per forniture di gas a basso costo dalla Russia, dopo l'aumento del costo dell'energia. La Repubblica Ceca ha la presidenza di turno dell'Ue e il prossimo vertice dei leader si terrà proprio a Praga il 6-7 ottobre.
Petr Fiala, il presidente del consiglio verso cui sono rivolte le mire dei manifestazioni, rispondendo a una mozione di sfiducia venerdì ha ricordato che il Paese ha concesso visti a circa 410.000 ucraini fuggiti dalla guerra. Di questi, 100.000 sono integrati hanno cominciato già a lavorare, secondo il premier. Una manifestazione definita "filo-russa" dal governo conservatore in carica ed "organizzata da forze di di orientamento filorusso, vicine all'estremismo e contrarie agli interessi della Repubblica ceca". "Questi slogan e l'interpretazione dei fatti coincidono con la posizione russa e, a mio avviso, non corrispondono agli interessi della Repubblica Ceca".
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