24 Agosto 2022
I video in cui Sanna Marin, la premier finlandese si dimena e scivola ammiccante tra il gruppo di amici della sua corte di esagitati regalando baci e abbracci alla platea è uno degli indicatori del livello della crisi del ceto politico occidentale.
Non sono i video in sé a essere sconcertanti. Non quello che si vede, che di per sé sarebbe più che sufficiente a spingere il popolo finlandese a pretendere le dimissioni del loro primo ministro.
È il luogo in cui sono stati girati i video che non può tollerare né consentire scuse. Si tratta infatti della residenza ufficiale del capo del governo finlandese.
Sanna Marin si è dovuta scusare. Si è perfino dovuta sottoporre a un test
per evitare che l’evidente stato di alterazione che traspare dai video venisse attribuito all’assunzione di droghe.
Lo “scandalo” sta nel fatto che la Marin non percepisca i limiti che il suo ruolo impone e il fatto che non si conciliano con i desideri di una bella trentaseienne in vena di eccessi.
I video hanno infatti il grande merito di aver rivelato il vero volto delle élite occidentali. Insensibili e incuranti dei destini delle nazioni che amministrano, in privato ballano sulle tragedie mentre impongono pubblicamente rigide misure politiche, economiche e militari che si ritorcono contro i loro popoli.
Nel 1975 Pasolini in “Salò o le 120 giornate di Sodoma” ci ha mostrato il volto oscuro del potere. Ha costruito una disturbante partitura di immagini,
ci ha costretto ad attraversare l’oscurità per aprirci gli occhi e costringerci a vedere. Nel suo ultimo film Pasolini ci rivela che il liberismo contiene in sé i germi del fascismo e le dittature nazifasciste non sono state un incidente di percorso della modernità inspiegabile ed estraneo al ‘900.
Il totalitarismo per Pasolini è il punto di arrivo di una traiettoria che passa attraverso il liberismo.
Al posto di un capolavoro come “Salò”, in quest’epoca in cui la decadenza si fonde con il postmoderno, ci dobbiamo adeguare e accontentare: le immagini che squarciano il velo sulle miserie della società del liberismo estremo, della “Quarta rivoluzione industriale”, sono quelle di due video girati da qualche sconosciuto con un telefono cellulare.
La giovane pupilla del mefistofelico ingegnere Klaus Schwab, in un eccesso di impudenza, ha mostrato tutta la propria sconcertante inconsistenza.
Ed è una rivelazione esemplare. La Marin è infatti uno dei più riusciti prodotti del World Economic Forum, l’empireo dove si definiscono le linee guida dell’agenda globalista.
Nel sito del WEF le viene infatti attribuito il titolo di Contributor.
Ma, soprattutto, la premier finlandese è stata inserita dagli accoliti del pontefice massimo del Great Reset nell’elenco dei Young Global Leader, i rappresentanti della classe dirigente del futuro, selezionati e formati dal WEF.
Fino dagli esordi la giovanissima Marin si è messa in evidenza più per la notevole bellezza e le frequentazioni del jet set finnico (il marito è un calciatore) che per le illuminanti visioni politiche.
In più è figlia di una madre lesbica: perfetta per comunicare e vendere le teorie gender tanto care alle élite globaliste.
Fin qui ci sarebbe ben poco di cui curarsi e le preoccupazioni si potrebbero limitare alla presa d’atto che la crisi di rappresentanza politica in Occidente è sempre più evidente e pericolosa. E che, insomma, oltre a Biden e Di Maio c’è di più.
Il problema vero sta nel fatto che la Marin sta spingendo sull’acceleratore per
fare entrare la Finlandia nella NATO e aumentare ulteriormente le tensioni tra Europa (e NATO) e Russia.
In questa straordinaria impresa, il primo ministro finlandese si è associato alla premier svedese Magdalena Anderson, altra Contributor del WEF.
Le due donne hanno deciso di chiedere ufficialmente l’ingresso dei loro paesi nel Patto Atlantico scardinando equilibri che risalgono al 1949, all’istituzione della NATO.
Queste due signore nordiche stanno insomma buttando benzina sul fuoco alimentando tensioni che andrebbero invece placate in nome della Pace, o, almeno, degli equilibri politici ed economici del continente europeo.
C’è da augurarsi che in Finlandia e in Europa si guardino davvero le sequenze dei video dello “scandalo” non limitandosi all’approccio voyeristico.
Forse si può sperare che i popoli inizino a prendere atto che i leader europei, soprattutto quelli cari al WEF, sono inconsistenti e interscambiabili.
E che i governi “dei migliori” producono le nefandezze più terribili: dall’incremento esponenziale del debito pubblico e delle spese militari, al green pass, dall’obbligo vaccinale ai tagli alla Sanità e alla Scuola, fino all’immobilità sulle speculazioni sull’energia e sull’aumento senza precedenti di inflazione e prezzi al consumo, ecc.
Grazie a due semplici video i cittadini finlandesi ed europei hanno un’occasione straordinaria per iniziare ad aprire gli occhi e vedere davvero quello che guardano: il re è nudo e quello che appare non è affatto un bello spettacolo.
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