16 Agosto 2022
La guerra in Ucraina sembra essere giunta a un sostanziale stallo, in cui nonostante i proclami di entrambe le fazioni non si assiste a movimenti significativi. Ciononostante, Kiev non rinuncia ai sogni di riconquista e specialmente a Kherson, l’unico capoluogo regionale occupato dai russi. Mosca ha spostato decine di migliaia di soldati tra cui le migliori divisioni, rendendo di fatto impossibile la riconquista. Le forze ucraine stanno dunque cercando di trasformare la città in una trappola, distruggendo ponti e depositi fino a prendere (sperano) la guarnigione per esaurimento. Si sentono già gli effetti: il presso del cibo è quadruplicato.
La strategia sta dando i suoi frutti. Innanzitutto, sono stati distrutti i ponti che collegano la città con le aree occupate dai russi: dalla Crimea e sul fiume Dnipro, invalicabile. Anche i ponti ferroviari, fondamentali per un esercito che si mantiene grazie ai treni come quelli russo, sono inservibili. Ricordiamo che la città è in una posizione estremamente esposta: una testa di ponte ad ovest del Dnipro, che rischia però di trasformarsi in una sacca, una trappola in cui moltissime truppe russe rischiamo di essere intrappolate senza via di fuga. Fondamentali, in queste operazioni, i lanciarazzi HIMARS e i cannoni occidentali capaci di sparare con precisione a lungo raggio.
Mosca infatti sa benissimo che perdere Kherson sarebbe una catastrofe d’immagine. Ha dunque deciso di rallentare le operazioni (già a rilento) nel Donbass spostando decine di migliaia di truppe tra cui divisioni di élite, anticipando il tanto annunciato contrattacco. Gli ucraini sono ben coscienti di non avere le forze e i mezzi per sconfiggere una forza così consistente. Tuttavia, sfruttano la posizione svantaggiosa del nemico per infliggere perdite e rendere impossibile il rifornimento. Già adesso, la città può essere rifornita solo da zattere, incapaci di sostenere il consumo di munizioni e cibo di un esercito moderno, a cui prima provvedevano centinaia di camion e molti treni.
Il prezzo del cibo è già quadruplicato, ed è diventato impossibile trovare medicinali e beni per i neonati. C’è il rischio di una catastrofe umanitaria, ma in effetti molti civili sono già scappati e altri lo stanno facendo in questi giorni.
Civili e non solo: si vocifera che anche il comando russo della zona si sia ritirato al calduccio sulla sponda orientale del Dnipro. Voci non confermate ma che dimostrerebbero quanto i vertici militari siamo coscienti della fragilità della posizione russa a Kherson. Ogni giorno, del resto, depositi di munizioni ed equipaggiamento vengono fatti saltare in aria, e cresce l’attività partigiana.
Si vedrà se gli ucraini riusciranno a chiudere la trappola o sarà invece la testardaggine dei russi ad essere premiata.
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