06 Agosto 2022
È morto dopo una lunga battaglia il piccolo Archie Battersbee, 12enne britannico che era stato trovato privo di conoscenza in casa il 7 aprile. E che era in coma irreversibile da mesi al London Royal Hospital. La notizia della morte è stata data dalla madre, mentre la decisione di staccare le macchine è arrivata dopo che l'Alta Corte di Londra ha disposto il no alla richiesta dei due genitori di un trasferimento in un hospice vicino casa.
Sulla morte di Archie si è espressa la madre dichiarando. "Ha combattuto fino alla fine, sono orgogliosa di essere sua mamma". Ha parlato poi a nome della famiglia Ella Rose Carter, fidanzata del fratello maggiore di Archie: "Gli hanno tolto i farmaci alle 10 del mattino, le sue condizioni sono rimaste stabili fino a due ore dopo, quando hanno rimosso la ventilazione". "Non c'è assolutamente nulla di dignitoso nel guardare un familiare o un bambino soffocare - ha aggiunto - speriamo che nessuna famiglia debba passare quello che abbiamo passato noi. È barbaro", ha aggiunto.
Sulla morte di Archie gravano i dubbi dei genitori. Quest'ultimi si erano opposti alla procedura che ha portato alla morte del piccolo ed hanno tentato in tutti i modi che non finisse così passando per vie legali. Ma è stata la stessa giustizia britannica a respingere la loro richiesta. Per questa era "nell'interesse del bambino sospendere tutti i sostegni vitali". Non ha "interferito" la Corte europea per i diritti dell'uomo.
Un altro tribunale aveva invece respinto la richiesta della famiglia di trasferire Archie in un hospice per malati terminali. Sostenendo che le condizioni fossero troppo instabili per trasferirlo in ambulanza, una scelta che "accellererebbe il deterioramento prematuro".
Archie lo scorso 7 era stato trovato privo di sensi nella sua casa di Southend nell'Essex. Il dodicenne aveva una corda stretta al collo e stazionava in cima a una rampa di scale. Un incidente a cui non sono stati dati ancora riscontri se non una possibile pericolosa sfida su Internet. Il dodicenne ebbe danni cerebrali irreversibili, e dopo una lunga battaglia i medici del London Royal Hospital hanno deciso di staccarlo dalle macchine che gli hanno concesso di respirare.
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