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Cina, sul Covid cala la censura: messi a tacere gli economisti critici sul lockdown

Vietato criticare la strategia zero Covid di Xi Jinping. Non solo vengono oscurate le critiche della popolazione ma anche quelle degli esperti di economia

04 Maggio 2022

La Cina sta combattendo la sua battaglia sul Covid-19 con una serie di lockdown percepiti dalla popolazione come sempre più assurdi. Tanto che i cittadini iniziano a chiedersi se si tratta di una battaglia collettiva o di una battaglia personale di Xi Jinping, volta a tutelargli la permanenza nel ruolo di presidente e segretario generale del Partito comunista cinese. Ma, ovviamente, qualsiasi mossa contraria nonostante gli episodi devastanti (come un anziano mandato in obitorio dentro a una sacca per cadaveri quando era ancora vivo) avvenuto a Shanghai, viene stoppata.

Criticare la strategia Zero Covid non si può. Non solo non possono farlo i cittadini comuni ma anche gli economisti. Negli ultimi giorni sono stati infatti almeno quattro gli economisti cinesi attivi su internet ad essersi visti bloccare gli account WeChat e Weibo dopo aver espresso preoccupazione per le ricadute economiche delle rigide misure sanitarie. Ultimo in ordine di tempo è il caso di Hong Hao, capo della ricerca della statale Bank of Communications (Bocom) International Holdings.

Pechino mette la museruola agli economisti che criticano la strategia zero Covid e il lockdown

Attivo anche su Twitter, negli scorsi giorni Hong aveva previsto perdite consistenti sul mercato azionario cinese a causa delle restrizioni sulla mobilità e la sospensione delle attività produttive a Shanghai. Le analisi pubblicate da Hong si concentravano, in particolare, sull'effetto della linea dura di "Covid zero" del governo e sul giro di vite sui grandi gruppi della tecnologia, che hanno provocato una fuga di capitali stranieri dalla Cina, con lo yuan che ha toccato, settimana scorsa, i minimi sul dollaro da 17 mesi. A marzo, infine, l'analista aveva predetto che la Borsa di Shanghai sarebbe scesa sotto i tremila punti, previsione che si è avverata il 25 aprile scorso, quando l'indice Composite ha perso il 5,13%, chiudendo a 2.928,51 punti, sotto quota tremila per la prima volta da 21 mesi, sui timori degli investitori che l'aumento dei contagi a Pechino potesse innescare un lockdown simile a quello messo in atto a Shanghai.

Ma Hong non è l’unico analista ad essere finito nei guai. Tra gli imbavagliati figurano anche Fu Peng, capo economista di Northeast Securities; Dan Bin, presidente di Shenzhen Oriental Harbor Investment; e Wu Yuefeng, partner di Funding Capital. Per tutti l’accusa è di “violazione di leggi e regolamenti correlati”.

La stretta sulle figure pubbliche legate all'economia del paese, arriva a pochi giorni dal monito della Securities Association of China (SAC), che giovedì aveva richiamato all’ordine: "In quanto personaggi pubblici, le parole e le azioni degli analisti di titoli sono ampiamente considerati dalla società e dai media", pertanto commenti e azioni "inappropriati" potrebbero danneggiare non solo la reputazione delle istituzioni di appartenenza ma persino dell’intero settore.

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