04 Maggio 2022
Il patriarca Kirill sarà incluso nel sesto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca: orologio, kgb, patrimonio, Ucraina e rapporto col Papa. L'Ue estenderà presto le sanzioni economiche ad altre 58 persone inclusa la famiglia del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov (già colpito con i primi pacchetti di ritorsioni) e il patriarca Kirill, la massima autorità religiosa della Chiesa ortodossa russa. Sotto il suo patriarcato la Chiesa moscovita è diventata una stretta alleata del regime di Vladimir Putin. Lo stesso Kirill ha sostenuto l'"operazione miltare speciale" sin dal suo avvio, il 24 febbraio, definendola una "guerra giusta". L'allineamento totale sulle posizioni del Cremlino ha incrinato i rapporti con la Chiesa cattolica e con Papa Francesco, che ad aprile non ha caso ha annunciato che l'incontro tra le due autorità previsto a giugno a Gerusalemme è stato sospeso.
Kirill è da tempo nel mirino dei ministri degli Esteri europei, per molti dei quali il capo religioso è equiparabile ad un oligarca. Non per prestigio e importanza, ma proprio per risorse finanziarie: un report del 2006 pubblicato di recente dalla rivista Forbes stima che il suo patrimonio si aggiri sui 4 miliardi di dollari, cifra che raddoppia per il giornale di opposizione russo Novaya Gazeta. Una fortuna fatta soprattutto agli inizi del terzo millennio, durante la guerra tra Stati Uniti e Iraq.
La Russia era schierata infatti con lo stato asiatico e aveva affidato il commercio di sigarette alla Chiesa russa, a cui spettava la decima. In quel periodo Kirill guidava gli Affari esteri del Patriarcato di Mosca e ha accumulato enormi fortune. Fortune che sarebbero confermate, ad esempio, da un episodio famoso che lo riguarda: dieci anni fa una sua foto ufficiale fu modificata dallo staff del Patriarcato per nascondere un orologio da polso Breguet da 30mila dollari. Di lui si dice anche che abbia fatto parte del Kgb, come Putin. La commissione d'inchiesta della Duma alla fine degli anni Novanta trovò il suo nome in codice "Mikhailov" negli archivi dei servizi segreti sovietici.
Da quando è iniziata la guerra in Ucraina il patriarca ha sempre supportato senza oscillazioni la scelta di Putin, che anni fa definì non a caso "miracolo di Dio". Ha definito il conflitto in corso "giusta", anzi "santa" e ha dichiarato che "la Russia non ha mai attaccato nessuno. È sorprendente che un Paese grande e potente non abbia mai attaccato nessuno, abbia solo difeso i suoi confini", allineandosi dunque alla narrazione russa di una reazione ad attacchi sistematici degli ucraini nel Donbass.
La fedeltà alla linea del Cremlino pone la Chiesa ortodossa agli antipodi rispetto a quella cattolica, con cui non a caso i rapporti sono molto freddi. Solo ieri, nell'interista esclusiva concessa al Corriere della Sera, Papa Francesco invitava Kirill a non essere "chierico di Stato". "Non possiamo utilizzare il linguaggio della politica ma quello di Gesù", ha raccontato di avergli detto il Pontefice.
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