01 Luglio 2021
la presse
L'Unione europea cambia padrone. Dal 1° luglio la presidenza di turno del Consiglio Ue passa infatti dal Portogallo alla Slovenia, che manterrà la guida fino alla fine del 2021. Un passaggio che potrebbe riservare alcune sorprese e svolte inattese, vista la peculiarità del leader politico del piccolo paese balcanico che si ritrova a guidare il Vecchio Continente per i prossimi sei mesi.
Innanzitutto, il passaggio di consegne arriva in un momento in cui la Slovenia e l'Ue hanno un rapporto a dir poco teso. I temi sui quali Lubiana e Bruxelles sono in disaccordo sono diversi, a partire dallo stato di diritto, la cooperazione con la Procura europea e la libertà di stampa, sempre più sotto attacco in Slovenia.
Una bella grana che la Commissione europea di Ursula von der Leyen dovrà affrontare nei prossimi mesi, con la premura di non danneggiare l'immagine dell'Unione. Molto è cambiato rispetto al 2008, la prima volta in cui la Slovenia assunse la presidenza di turno dell'Ue. Allora Lubiana era vista come uno studente modello dell'Europa e la presidenza era stata celebrata come una pietra miliare sulla strada verso l'indipendenza per il Paesino emerso dall'ex Jugoslavia.
Stavolta invece il clima è molto diverso. Dal 2008, il paese si è infatti molto allontanato dai valori liberali e i suoi detrattori lo accusano di copiare lo stile autoritario di Viktor Orban, il primo ministro ungherese amato dai sovranisti europei, Jansa compreso, il quale ha un rapporto molto stretto con il collega di Budapest.
Nell'acceso vertice della scorsa settimana Jansa si è astenuto dal prendere posizione contro Orban, finito nel mirino del blocco per la sua legge anti Lgbt. Jansa ha fatto da pompiere e ha invitato a evitare "nuove divisioni inutili". Sul sito ufficiale della presidenza viene invocato però il rispetto delle "identità nazionali", facendo eco al discorso del premier ungherese.
Tra le priorità annunciate per il prossimo semestre, la Slovenia terrà in autunno un vertice sull'integrazione dei Balcani occidentali. Spera inoltre di "rafforzare la resistenza dell'Ue" alla pandemia, con i Ventisette che si preparano a ricevere i 750 miliardi di euro previsti dal Next Generation Eu. Ma intanto tiene banco lo scontro sulla libertà di stampa, dopo che Jansa ha ignorato i richiami della Commissione e ha privato l'agenzia di stampa statale Sta di finanziamenti pubblici, descrivendola come "vergogna nazionale" per il suo tono ritenuto troppo critico nei confronti dell'esecutivo.
Il leader sloveno ha inoltre rifiutato di nominare due procuratori delegati alla Procura europea, nuovo organismo per la lotta alle frodi. Per il nuovo capo della Procura si tratta di "una manifesta mancanza di cooperazione". In risposta alle critiche, Jansa non ha risparmiato tweet oltraggiosi tanto da guadagnarsi il soprannome "maresciallo Twitto". "Non dobbiamo nulla all'Ue. Abbiamo combattuto per la nostra libertà e democrazia 30 anni fa", ha spesso rivendicato il premier.
A preoccupare l'Ue è dunque la posizione della Slovenia, che con la presidenza di turno diventerà più influente, sullo stato di diritto e sulle procedure in atto su Ungheria e Polonia. Senza dimenticare che Jansa è anche un forte ammiratore di Donald Trump, il presidente isolazionista e protezionista degli Stati Uniti che l'Ue sta provando ad archiviare con il rilancio delle partnership proposto da Joe Biden.
Saranno sei mesi complessi, in un momento già molto complesso di suo visto anche il prossimo pensionamento di Angela Merkel. La piccola Slovenia potrebbe diventare la spina nel fianco dell'Ue post Covid.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia