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Colpo di stato a Myanmar in Birmania: arrestata la premio Nobel Aung San Suu Kyi

Nel Paese è stato proclamato lo stato d'emergenza per un anno. Tutti i poteri in Myanmar sono stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate

01 Febbraio 2021

Colpo di Stato Birmania

Fonte: Pixabay

Colpo si Stato Myanmar (Birmania). Il capo del governo Aung San Suu Kyi è stato "arrestato" dai militari. Lo ha riferito all'Afp un portavoce del partito della premio Nobel, la Lega nazionale per la democrazia (LND). Tutti i poteri in Myanmar risultano essere stati trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate. L'arresto della premio Nobel è stato annunciata dall'esercito poco dopo la proclamazione dello stato di emergenza per un anno e della presidenza ad interim affidata a Myint Swe, uno dei due vicepresidenti in carica.

Colpo di stato a Myanmar in Birmania

La portavoce di Aung San Suu Kyi, Myo Nyunt ha fatto sapere: "Abbiamo sentito che è detenuta a Naypyidaw (la capitale del paese, ndr), presumiamo che l'esercito stia organizzando un colpo di stato". Anche molti altri funzionari del partito risultano essere in stato di fermo. Non risulta per il momento tuttavia essere arriva alcuna conferma dal portavoce dell'esercito. I militari avrebbero agito in seguito a diverse denunce di frodi durante le elezioni legislative che si erano svolte lo scorso novembre. Queste erano state vinte in modo schiacciante dall'LND.

Gli arresti sono avvenuti poco prima della riunione inaugurale del Parlamento recentemente insediato. Il maggiore generale Zaw Min TunCon ha sostenuto che, con il pretesto della pandemia di coronavirus, le elezioni "non sono state né libere né eque".

I militari hanno per questo motivo dichiarato di aver identificato milioni di casi di frode, tra cui migliaia di centenari o minori che risulterebbero tra i votanti. Nelle settimane precedenti al colpo di Stato, molte ambasciate tra cui quella degli Stati Uniti e la delegazione dell'Unione Europea, avevano sollecitato la Birmania ad "aderire a standard democratici". Questo perché, assieme all'Onu, temevano il colpo di stato. Il partito di Aung San Suu Kyi, sebbene goda di ampi consensi, è stato molto criticato a livello internazionale per la gestione della crisi musulmana Rohingya.

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