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Stellantis investe 13 miliardi negli USA: Elkann rassicura sull’Italia, ma in 9 mesi crollo del 31,5% della produzione nazionale

Appena 265.490 veicoli prodotti nei primi tre trimestri del 2025. Filosa incontra i sindacati a Mirafiori per discutere del rilancio, ma nello stabilimento si punta a 100.000 unità l’anno con la nuova 500 ibrida

20 Ottobre 2025

John Elkann

John Elkann, fonte: imagoeconomica

«Le opportunità per Stellantis negli Stati Uniti sono grandi, e se siamo forti lì, lo saremo anche in Italia». Con queste parole, John Elkann, presidente del gruppo automobilistico, ha difeso il piano d’investimenti da 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti durante il Gala per il 50° anniversario della National Italian American Foundation, tenutosi a Washington.

Il maxi investimento, il più importante nella storia del gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA, ha sollevato critiche in Canada, preoccupato per lo spostamento di produzioni verso gli USA, e perplessità in Italia. Elkann ha cercato di rassicurare, sottolineando come il rafforzamento di Stellantis sul mercato americano possa portare benefici anche al sistema industriale italiano, in un momento cruciale per il settore e alla vigilia di un importante confronto con i sindacati.

Filosa incontra i sindacati a Mirafiori

L’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, incontrerà per la prima volta i sindacati italiani presso il Centro Stile di Mirafiori. Sul tavolo ci sarà la difficile situazione della produzione nazionale, aggravata dai dati della Fim-Cisl, che segnalano un calo del 31,5% dei volumi produttivi nei primi nove mesi del 2025: solo 265.490 veicoli prodotti, con circa la metà dei lavoratori ancora in cassa integrazione o sotto altri ammortizzatori sociali.

Le previsioni per fine anno parlano di poco più di 300.000 vetture prodotte in Italia, un livello ben al di sotto degli standard pre-fusione, che alimenta forti timori sul futuro industriale degli stabilimenti italiani.

Mirafiori riparte con la nuova 500 ibrida

A Torino, lo stabilimento di Mirafiori si prepara a iniziare la produzione della nuova 500 ibrida già dal prossimo mese, affiancando la versione elettrica attualmente in linea. L’obiettivo è realizzare 5.000 unità entro fine 2025, per poi salire a 100.000 veicoli l’anno a partire dal 2026.

Nonostante il segnale positivo, i sindacati continuano a chiedere l’assegnazione di un secondo modello per garantire piena occupazione e dare continuità al rilancio dello storico polo torinese.

Melfi e Cassino restano i nodi più critici

Situazioni ancora più complesse si riscontrano negli altri siti produttivi italiani. Pomigliano mantiene la sua operatività grazie alla produzione della Fiat Pandina, ma la domanda mostra segnali di rallentamento. Lo stabilimento è in attesa, dal 2028, della nuova piattaforma Small.

Melfi è al centro della transizione verso la piattaforma Stla Medium, ma i volumi restano limitati. La DS8 elettrica è già in produzione, mentre la nuova Jeep Compass, in versione full electric e ibrida, arriverà tra fine ottobre e novembre 2025. A seguire, nel 2026, saranno lanciate la DS7 e la Lancia Gamma.

Cassino, invece, vive una fase di quasi totale stallo produttivo. Il passaggio alla piattaforma Stla Large è ancora fermo, anche a causa della decisione di affiancare alle versioni elettriche dei nuovi modelli Alfa Romeo anche varianti ibride, con conseguente slittamento dei lanci al 2027.

Maserati e Termoli: due dossier ancora aperti

Tra i temi caldi che Antonio Filosa dovrà affrontare vi sono anche Maserati e Termoli. Il marchio del lusso, in evidente difficoltà, è stato recentemente affidato alla guida di Jean-Philippe Imparato, nuovo CEO incaricato di rilanciare il brand.

A Termoli, invece, sembra essersi arenato il progetto di costruire una gigafactory per batterie elettriche. Nonostante l’assenza di una comunicazione ufficiale, appare sempre più evidente che il piano sia stato abbandonato, lasciando aperti interrogativi sul futuro industriale del sito.

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