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L'oro da investimento a 105 euro al grammo. Le ragioni profonde di una crescita continua che non si fermerà ancora

Perchè l'oro è l'unica attuale certezza in un'economia mondiale sempre più pericolosa, instabile, confusa e fragile

30 Settembre 2025

L'oro da investimento a 105 euro al grammo. Le ragioni profonde di una crescita continua che non si fermerà ancora

Ogni giorno un record di crescita che oggi ci annunzia un ennesimo traguardo storico: ben 105 euro al grammo. Un kilogrammo aureo quindi corrisponde a 105.000 euro! Perchè l'oro 24 carati continua a salire e perchè si presenta sempre più come un investimento ragionevole, ottimale e intelligente anche per i privati e nonostante la grande crescita degli ultimi due anni (+40%)? Proviamo a condividere alcune riflessioni anche se non è facile dare un quadro completo ed esaustivo. In primo luogo ricordiamo che l'oro è il primo denaro, l'archetipo del valore, l'unico bene da sempre e da tutti accettato quale forma di valore economico in tutto il mondo. Già l'universalità dell'oro quindi è un aspetto importante per la generazione di fiducia e stabilità che induce. Altri suoi carismi perenni e costanti sono la facile fondibilità e quindi la possibilità di assumere forme disparate: lamine, lingotti (anche da un'oncia) e monete che riproducono celebri monete antiche e possono essere comprate e vendute non in quanto monete ma in quanto pesi aurei, frazioni auree; cioè per il loro puro valore qualitativo-quantitativo, libero dall'incertezza del valore numismatico-artistico. Certamente anche la bellezza, la luminosità, l'estetica e i valori simbolici connessi sono componenti che nei millenni hanno giustificato l'assurgere dell'oro a metafora di stabilità, valore e importanza. Attualmente una banca italiana ha iniziato a tornare a vendere e comprare oro, come si faceva negli anni 80' ma la grande crescita degli ultimi due anni non penso impedirà successivi incrementi di prezzo perchè ad oggi ha riguardato solo una "corsa all'oro" compiuta da Stati, Governi, Banche centrali e banche d'affari e non ancora se non in misura marginale da privati, aziendali o persone fisiche che siano. La facile previsione è che tra breve saranno anche i privati risparmiatori a rivolgersi all'investimento aureo, una volta che si comprenderà come l'attuale crescita sia strutturale e mondiale e non un mero fattore contingente ed effimero. Non basta infatti a spiegare il successo dell'oro l'emergere di tensioni internazionali in termini di guerra militari e commerciali fra grandi potenze (fattori comunque non di breve risoluzione) e quindi il considerarlo un "bene-rifugio" e una diversificazione d'investimento. La sua crescita corrisponde infatti in modo inversamente proporzionale anche alla crisi del dollaro, accresciuta dalla volontà di de-dollarizzare propria dei Brics e va collegata anche all'attuale forte competizione senza esclusione di colpi per il controllo delle fonti di energia primaria e dei loro mercati (gas, petrolio, minerali rari). Non a caso i più grandi possessori pubblici di oro non sono solo le potenze occidentali ma anche la Russia e la Cina che recentemente appaiono molto dinamiche nel fare di tutto per accrescere la loro capacità estrattiva e acquisitiva a livello mondiale. L'oro rappresenta infatti la più diretta, trasparente e coerente forma di "immagazzinamento del valore di scambio" che esista in natura e nel mercato, da sempre. Più s'accrescono i rischi strutturali del sistema finanziario-monetario (inflazione, perdita di fiducia nella moneta, crisi di affidabilità politica e del sistema bancario, immobilismo finanziario, derive speculative, indebitamento pubblico e privato) più l'investimento in oro appare la via più certa, veloce, ed efficace per rigenerare il valore monetario e per ri-fondare il sistema bancario-creditizio su basi più solide, stabili e sicure. Siamo ancora lontani da un ritorno al gold-standard mondiale pre-Nixon (ed è difficile che si realizzi a breve un unica moneta mondiale) ma la via è quella, come già Trump e suoi collaboratori hanno chiaramente affermato più volte. Per questo l'aspettativa di una costante e graduale continuazione dell'attuale trend di crescita appare una previsione ragionevole, fondata e molto probabile. Roberto Mazzoni e altri studiosi hanno accennato ad un possibile futuro raggiungimento del livello di 5000-6000 dollari all'oncia; in modo da permettere una graduale riorganizzazione finanziaria globale. Non è un caso che si stanno moltiplicando anche i casi di moneta digitale, bitcoin e stablecoin agganciati al valore dell'oro o rinvianti ad un sottostante aureo fisico. Un grande ritorno all'antico, agli archetipi, alla radici ancestrali del valore umano e naturale. Che poi l'oro non potrà mai tornare ad essere il fondamento di una moneta (e perchè no? magari una moneta parallela, complementare) in quanto la sua scarsità limiterebbe le masse monetarie necessarie ai Mercati, ai giochetti finanziari e alle banche è obiezione tanto vecchia quanto poco ragionevole: basti pensare proprio al Bit-coin che muove miliardi e si vende a frazioni di millesimi di unità pur essendo per definizione fondato su uno stock rigido e scarso di pochi milioni, in tutto il mondo. E se un prossimo futuro di multipolarismo condiviso ed mondiale trovasse proprio nell'oro una delle sue colonne fondanti e ri-equilibranti ?

   

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