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Mps conquista Mediobanca con l’86,3% di adesioni: Lovaglio rafforzato, crescono chance per il bis; al via l'affondo su Generali e terzo polo allargato

La raccolta adesioni di Mps si chiude con l’86,3%, favorendo la possibile riconferma di Lovaglio; Generali cerca una nuova intesa con Natixis, mentre Banco BPM esplora la fusione strategica con Crédit Agricole con l'ipotesi "terzo polo"

22 Settembre 2025

Mps conquista Mediobanca con l’86,3% di adesioni: Lovaglio rafforzato per il bis, rischio "assalto" a Generali, ipotesi terzo polo con Banco BPM e Crédit Agricole

La raccolta di adesioni dell'Opas di Mps su Mediobanca si conclude oggi, 22 settembre, raggiungendo l’86.3%. Questa percentuale rafforza la posizione dell’AD di Mps Luigi Lovaglio e apre nuovi scenari nel risiko bancario italiano, con l'ipotesi terzo polo con Banco BPM e Crédit Agricole e il possibile "assalto" su Generali. Alcuni rumors darebbero però Mauro Micillo, candidato voluto dal Ministro Giorgetti, come favorito per la guida di tutto il Gruppo in sostituzione di Lovaglio

Alcuni investitori istituzionali hanno rivelato a Il Giornale d'Italia che "Mediobanca non controllava prima Generali non la controllerà nemmeno dopo". 

Fitch ha migliorato il rating sulla solidità finanziaria di Generali e delle sue principali controllate, portandolo da AA- a A+, e ha alzato anche il rating IDR a lungo termine da A ad A+, con outlook stabile. L’upgrade segue il recente miglioramento del rating sovrano dell’Italia a BBB+.

La responsabilità del nuovo istituto passa ora a Siena, che entro l’assemblea del 28 ottobre dovrà individuare nuovi dirigenti incaricati di guidare la fase di transizione, in un contesto in cui il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato Alberto Nagel hanno già rassegnato le proprie dimissioni.

Gli attuali soci vedranno una forte diluizione e l’equilibrio di potere cambierà sensibilmente. In questo contesto, l’Amministratore Delegato di Mps, Luigi Lovaglio, che terminerà il mandato ad aprile, si trova in una posizione di forza: diventerà più difficile per i soci individuare un candidato alternativo, aumentando così le possibilità di una sua riconferma. L’unica variabile potrebbe essere un ricambio alla presidenza. 

Il marchio “Mediobanca” verrà comunque mantenuto: il brand è valutato circa 100 milioni di euro e la sua cancellazione rischierebbe di spingere parte della clientela verso altri operatori. Tuttavia, chi guiderà la nuova Mediobanca dovrà interpretare un ruolo diverso rispetto al passato. Non più il vertice di un’istituzione indipendente, ma il responsabile di una divisione chiave di un gruppo bancario più ampio, con strategie decise a Siena.

La sfida dei prossimi mesi sarà quindi duplice: garantire la continuità di un marchio storico della finanza italiana e, al tempo stesso, adattarlo a un nuovo assetto in cui la vera cabina di regia resterà nelle mani di Mps.

La Joint Venture Generali-Natixis

Parallelamente, Generali avrebbe ripreso in queste settimane il dialogo con Natixis (BPCE) per tornare a discutere della maxi alleanza nell’asset management. Alcuni esponenti del vertice del Gruppo si sarebbero recati a Parigi almeno un paio di volte, cercando di ottenere una proroga delle scadenze per raggiungere un’intesa e di rimuovere la penale da 50 milioni di euro prevista qualora l’accordo non si concretizzasse come anticipato da Il Giornale d’Italia.

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L’intesa con Natixis prevederebbe una joint venture paritaria per gestire circa 1.900 miliardi di euro di asset, diventando il secondo player europeo dopo Amundi. Generali conferirebbe 650 miliardi (più 15 miliardi di nuova produzione) e Natixis 1.200 miliardi, creando un leader del risparmio gestito a "trazione Leone". Tuttavia, come anticipato da Il Giornale d’Italia, l’assemblea di Generali convocata ad aprile 2026 potrebbe portare a far saltare l’operazione con i francesi e a finalizzare un accordo con il nascente "Terzo Polo allargato", formato da Mps-Mediobanca, Banco BPM e Crédit Agricole Italia, che, agli occhi del governo francese, compenserebbe la mancata intesa con Natixis, dando vita a un grande player europeo nella Bankassurance.

In questo quadro, il Group CEO di Generali, Philippe Donnet, potrebbe optare per un passo indietro, subordinando la sua riconferma a un riallineamento con i nuovi azionisti e allo stop dell’operazione con Natixis, invisa a diversi stakeholder del Gruppo come Caltagirone e Del Vecchio, ostili ad Alberto Nagel e critici nei confronti dell’accordo di gestione patrimoniale.

Banco BPM e Crédit Agricole Italia: verso una fusione strategica

Sul fronte bancario, la possibile fusione tra Banco BPM e Crédit Agricole Italia rappresenta un’altra mossa strategica importante. Come dichiarato dall’amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, si tratta dell’opportunità “più evidente” per la banca. Crédit Agricole ha scelto Deutsche Bank e Rothschild come advisor per esplorare l’aggregazione, con l’obiettivo di creare un polo bancario europeo di rilievo, rafforzando la presenza nel Nord Italia e consolidando le sinergie già esistenti, come nel credito al consumo e nella bancassurance. 

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La fusione avrebbe un impatto significativo sul mercato italiano, ma potrebbe essere sottoposta a controlli da parte del governo italiano, che esercita il golden power sulle operazioni strategiche, per valutare le implicazioni politiche ed economiche.

Castagna ha inoltre lasciato aperta la possibilità di altre operazioni di consolidamento, inclusa una potenziale fusione con Mps, che Banco BPM detiene al 4%. In parallelo, l’attenzione resta rivolta anche a UniCredit, che potrebbe rivedere le proprie strategie di acquisizione, nonostante la valutazione attuale di Banco BPM renda più complesse nuove offerte.

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https://www.ilgiornaleditalia.it/news/economia/723892/banco-bpm-governo-accelera-per-operazione-con-mps-e-mediobanca-e-l-arrocco-contro-i-francesi-di-credit-agricole-rumors.html

Le dimissioni di Alberto Nagel da CEO di Mediobanca

Durante il CdA del 18 settembre, Alberto Nagel ha annunciato le dimissioni da CEO di Mediobanca, con effetto dal 28 ottobre 2025, dopo 22 anni alla guida dell’istituto. In una lettera ai dipendenti, Nagel ha ripercorso le tappe principali del suo mandato, sottolineando la trasformazione del gruppo, la crescita del personale e il valore creato per gli azionisti, richiamando l’eredità culturale della banca e invitando alla coesione per affrontare le sfide future.

Il nuovo CEO di Mediobanca

Alcuni rumors darebbero Mauro Micillo, candidato favorito dal Ministro Giorgetti, come nuovo AD alla guida di tutto il Gruppo in sostituzione di Lovaglio.

Nel mercato finanziario circola inoltre il nome di Marco Morelli, attualmente Presidente Esecutivo di AXA Investment Managers - impegnato nell’execution del processo di integrazione con BNP Paribas.

Per quanto riguarda la presidenza, gli osservatori di mercato ipotizzano una possibile nomina di Vittorio Grilli, top banker di JP Morgan e consigliere di fiducia di Leonardo Del VecchioFabrizio Palenzona, Presidente di Prelios ed ex Vicepresidente di Unicredit; e Nicola Maione, attualmente alla guida del CdA di MPS.

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