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UniCredit supera il 20% in Commerzbank e punta al 28% per rafforzare la sua posizione strategica verso l’integrazione

La conversione di derivati in azioni rafforza la posizione di UniCredit in vista di una possibile fusione, ma Berlino si mostra ancora contraria all’operazione

29 Luglio 2025

UniCredit supera il 20% in Commerzbank e punta al 28% per rafforzare la sua posizione strategica verso l’integrazione

UniCredit, la Banca guidata da Andrea Orcel, ha aumentato la sua partecipazione in Commerzbank convertendo un nuovo pacchetto di derivati in azioni. Secondo un documento ufficiale depositato il 29 luglio, la quota diretta detenuta dalla banca italiana nella seconda banca tedesca è passata dal 19,20% al 20,17%.

Piano di conversione dei derivati in azioni

L’operazione fa parte di un piano più ampio che prevede la trasformazione dell’intero pacchetto di derivati, pari a circa l’8% del capitale di Commerzbank, in azioni ordinarie. Se completata, questa manovra porterebbe la quota complessiva di UniCredit a circa il 28%, avvicinandosi così alla soglia del 30% oltre la quale in Germania scatta l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto (OPA).

Nessuna OPA per ora, obiettivo negoziale

Nonostante questo avvicinamento, al momento Unicredit non ha annunciato l’intenzione di procedere con un’OPA. L’obiettivo resta quello di rafforzare la propria posizione negoziale sia nei confronti della direzione di Commerzbank sia del governo tedesco, in vista di una possibile fusione tra le due istituzioni.

Motivazioni finanziarie e strategiche

Dal punto di vista finanziario, la conversione dei derivati in azioni consente di ridurre i costi crescenti di copertura (hedging) legati alla gestione di posizioni derivate di lungo termine. Questa scelta si inserisce anche in una strategia più ampia del gruppo italiano, che punta a costruire un grande gruppo bancario paneuropeo.

Contrarietà politica tedesca

Tuttavia, il clima politico in Germania resta contrario a un’acquisizione di questo tipo. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, durante la recente conferenza stampa estiva, ha espresso una netta opposizione al progetto, definendolo «un’acquisizione ostile» e sottolineando i rischi sistemici che una fusione tra le due banche potrebbe comportare per i mercati finanziari.

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