30 Maggio 2025
Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha tracciato un quadro geopolitico in rapido mutamento, dove l’Europa appare sempre più in ritardo rispetto agli Stati Uniti nell’innovazione tecnologica, mentre la Cina e i Paesi emergenti avanzano velocemente. Inoltre, anche il ruolo dominante del dollaro viene messo in discussione.
“Il rischio più profondo è un altro: che il commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l’instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace”, avverte Panetta, preoccupato dalle tensioni economiche globali e dalla guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti, che potrebbe “sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio”.
Per far fronte a questo scenario, Panetta sollecita l’Europa ad agire in modo più compatto. Ritiene necessario investire nella difesa ma non con risorse frammentate: “non con fondi nazionali e prestiti”, ma con “un programma unitario sostenuto da debito europeo”.
L’Europa deve recuperare terreno sugli investimenti in ricerca e innovazione. In un contesto in cui i servizi sono sempre più globalizzati, Panetta denuncia la concentrazione di potere nelle mani di poche grandi imprese tech statunitensi, il cui valore complessivo supera oggi i 15.000 miliardi di dollari. Di fronte a questo squilibrio, serve “un’efficace regolamentazione che tuteli i diritti dei consumatori, la pluralità dell’informazione e la concorrenza”.
La parte più critica del discorso riguarda il modello economico dell’Europa: “Negli ultimi trent’anni, la produttività del lavoro nell’Unione europea è cresciuta del 40%, oltre 25 punti percentuali in meno degli Stati Uniti”, afferma Panetta, sottolineando che il divario si è ulteriormente ampliato dal 2019.
Il problema principale? La scarsa capacità di innovare. Le imprese europee investono in R&S la metà delle statunitensi e “i brevetti europei nell’intelligenza artificiale sono meno di un quinto di quelli americani”. Di fronte a questi numeri, Panetta insiste sulla creazione di un mercato unico dei capitali e sull’introduzione di “un titolo pubblico europeo”, che potrebbe generare fino a 150 miliardi di euro di investimenti annui, con un impatto sul PIL potenzialmente triplo nel caso di investimenti ad alta tecnologia.
Panetta riconosce che l’Italia ha fatto progressi: negli ultimi cinque anni il PIL è cresciuto del 6% e gli occupati sono aumentati di un milione, raggiungendo livelli record. La quota di lavoratori nelle medie e grandi imprese è cresciuta e il numero di aziende con più di 250 addetti è aumentato del 33%.
Tuttavia, rimangono criticità profonde: il problema della produttività, il basso livello dei salari, l’alto costo dell’energia e, soprattutto, un capitale umano fragile. “La forza lavoro è poco istruita, invecchia e parte dei giovani laureati emigra, non compensati da immigrati di qualità”, osserva il governatore.
Sul fronte demografico, Panetta lancia un allarme: entro il 2040 la popolazione in età lavorativa calerà di 5 milioni, con una contrazione potenziale dell’11% del PIL e dell’8% del PIL pro capite.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è uno strumento cruciale. L’Italia ha ricevuto 122 miliardi di euro e ne ha già utilizzati più della metà, ma Panetta segnala che “i dati suggeriscono l’esistenza di ritardi”. Gli investimenti previsti per il 2025-2026 “potrebbero innalzare il prodotto dello 0,5%”, ma solo se attuati in modo efficiente.
Sui conti pubblici, l’Italia ha mostrato segnali positivi riconosciuti anche dalle agenzie di rating. Tuttavia, “bisogna mantenere una politica di bilancio prudente” a causa dell’elevato debito.
Panetta descrive un sistema bancario robusto e ben patrimonializzato, superiore alla media europea. La recente contrazione dei prestiti è dovuta più alla debolezza della domanda che a condizioni più rigide da parte delle banche.
Le fusioni bancarie in corso, dice Panetta, sono rese possibili da “tre anni di forti profitti” che hanno fornito le risorse necessarie. Tuttavia, avverte: “devono essere concepite e volte unicamente alla creazione di valore”, offrendo a imprese e famiglie “finanziamenti adeguati per quantità e costi”.
Infine, il governatore lancia un forte avvertimento sul proliferare delle criptovalute, come i Bitcoin, che definisce “prive di un sottostante e scambiate in contesti non regolamentati, opachi”. In questo contesto, sollecita un’accelerazione sul fronte dell’euro digitale.
Panetta conclude con un appello: “Più volte ho sostenuto che una risposta europea comune può consentirci di superare le difficoltà attuali” e sottolinea che anche l’Italia trarrebbe vantaggio da “una incisiva risposta comune”. Serve un’Europa più moderna, meno burocratica e più innovativa.
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