24 Aprile 2025
Andrea Sironi, Presidente di Generali, in occasione dell'Assemblea degli Azionisti 2025 a Trieste ha dichiarato:
"Cari Azionisti, non è facile descrivere la grande emozione nell’essere con tutti voi qui, finalmente in presenza, al termine dei tre anni di mandato come Presidente di Generali. Quando nel maggio del 2022 mi è stato affidato questo prestigioso incarico, ho accettato con orgoglio ma anche con grande senso di responsabilità per avere l’opportunità di guidare il Consiglio di Amministrazione di una delle realtà finanziarie più importanti per l’Italia e per l’Europa. Generali è un punto di riferimento affidabile per i suoi clienti, per i suoi dipendenti, e per 160 mila piccoli azionisti che considerano sicuro e profittevole il loro investimento in questa Compagnia, grazie a promesse mantenute e dividendi sempre in crescita.
In 194 anni dalla sua fondazione, Generali ha attraversato periodi di grandi trasformazioni, dimostrandosi resiliente anche nei momenti storici più difficili. Dalla pandemia in poi, sono venuti meno molti dei tradizionali paradigmi a cui siamo stati a lungo abituati. Dopo decenni di sostanziale stabilità, siamo entrati in un’epoca che prelude a grandi cambiamenti, una fase di instabilità geopolitica che rende difficili le previsioni e influenza negativamente l’economia e i mercati finanziari globali. Nelle ultime settimane, in particolare, abbiamo assistito con apprensione alle politiche statunitensi sui dazi e alla reazione avversa da parte delle borse di tutto il mondo. Le profonde interconnessioni del sistema economico globale hanno provocato fenomeni di volatilità trasversali a tutti i settori, coinvolgendo anche gli attori finanziari a causa delle preoccupazioni relative al rischio di credito delle imprese.
Tuttavia, voglio attirare la vostra attenzione su aspetti di lungo termine che, come azionisti di Generali, penso possano ispirare fiducia e ottimismo.
1. I numeri contenuti nel bilancio che sottoponiamo oggi al voto dei soci e che vi verranno illustrati a breve nel dettaglio dal Group CEO Philippe Donnet e dal CFO Cristiano Borean, sono ottimi e descrivono attività operative solide e profittevoli in tutti i rami di business.
2. I risultati ottenuti con il piano strategico triennale appena concluso, i cui target sono stati non solo raggiunti ma superati in piena fase di aumento di inflazione e tassi di interesse e durante lo scoppio dei due conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, sono il frutto di un percorso impostato con i cicli strategici precedenti, conclusi con successo durante congiunture geopolitiche ed economiche già allora molto complesse.
3. In questi anni il Gruppo è cresciuto grazie ad acquisizioni mirate a rafforzare il nostro posizionamento nei mercati chiave, sia nell’ambito assicurativo che nell’asset management, investendo risorse importanti nella trasformazione tecnologica e nella formazione delle nostre persone. Nell’ambito della formazione, ad esempio, il Gruppo ha promosso programmi interni di upskilling del personale in tutto il mondo attraverso la sua Academy interna, raggiungendo un risultato dell'84% rispetto alla popolazione coinvolta. Inoltre, sono state sviluppate sinergie con Atenei e Istituti di Formazione e di Ricerca Scientifica nelle realtà in cui il Gruppo opera, per lo studio di tematiche legate ad ambiti finanziari e a quelli dell’innovazione tecnologica. Tra le altre, quella presentata il mese scorso con l’Università di Trieste per la creazione di una cattedra sull’Intelligenza Artificiale responsabile e sostenibile, che si sposa con gli impegni assunti recentemente con il progetto Agorai Hub che troverà la sua sede a Palazzo Carciotti.
4. 71 milioni di clienti in 50 paesi del mondo ci rinnovano la loro fiducia ogni giorno. Generali ha una strategia diversificata per offrire protezione e prodotti di investimento in aree del mondo molto diverse tra loro, catturando vantaggi differenti nei singoli mercati, grazie all’indirizzo strategico dell’Head Office, al coordinamento delle aree regionali e alla professionalità dei team locali.
5. La qualità delle persone del nostro Gruppo è estremamente elevata. Possiamo contare su un management team di grande qualità, su 87 mila dipendenti e 165 mila agenti in tutto il mondo che lavorano con impegno, professionalità e un profondo senso di appartenenza. Come sapete, in questi tre anni di mandato, ho dedicato molto tempo a visitare le diverse realtà del Gruppo e soprattutto a conoscere le persone che ne fanno parte. Ovunque ho trovato professionalità, serietà, un eccezionale spirito di squadra, l’orgoglio di essere parte di un Gruppo con una grande storia e un elevato prestigio. Questo aspetto è forse uno dei più distintivi di Generali, uno degli asset più determinanti che hanno sostenuto e sosterranno anche in futuro il
successo della Compagnia. Ringrazio tutte le persone di Generali per la loro dedizione al lavoro, ma soprattutto perché è anche grazie a loro che in questi anni ho potuto imparare cosa significhi far parte del Leone.
Per tutti questi motivi, il Gruppo Generali è ben posizionato per affrontare questa fase difficile e delicata che il mondo sta attraversando, e le importanti responsabilità che gli derivano dal suo ruolo di grande istituzione finanziaria europea e internazionale.
Nel corso del 2024 sono stati pubblicati due rapporti in ambito Europeo, preparati da due ex primi ministri italiani: il Rapporto Letta, che si concentra sui temi legati all'integrazione del Mercato Unico e alla cooperazione settoriale, e il Rapporto Draghi, che si focalizza sulla competitività globale dell'Unione Europea e sulle necessità di innovazione e sicurezza.
Entrambi gli studi, sebbene partendo da prospettive differenti, indicano una strada chiara davanti a noi, che è quella di una maggiore integrazione Europea per vincere le sfide globali che abbiamo di fronte e che non è mai stato così urgente affrontare. Nessun paese dell’Unione Europea può gestire a livello nazionale le pressioni economiche provenienti dalla Cina, che tenderanno a far saturare i nostri mercati con grandi quantità di prodotti a basso costo.
Analogamente, non è possibile trovare una risposta unicamente nazionale alle nuove esigenze di sicurezza conseguenti all’atteggiamento espansionistico della Russia, al temuto disimpegno americano e ai sempre più frequenti attacchi cyber.
Inoltre, nessun paese Europeo può affrontare da solo gli effetti dei cambiamenti climatici, che stanno già mostrando tutta la loro severità con eventi estremi sempre più frequenti e dannosi per la popolazione e per la resilienza dei conti pubblici nazionali.
Infine, è necessario affrontare con politiche coordinate a livello Europeo le nuove pressioni commerciali provenienti da oltreoceano, a cui poco fa ho accennato.
Anche lo scorso anno, in questa stessa occasione, ho ritenuto importante porre l’accento sull’inadeguatezza del sistema di regole condivise che sono state poste a fondamento dell’Unione e che oggi puniscono il Continente per la loro eccessiva complessità, per la loro incapacità nel sostenere decisioni che dovrebbero essere prese con velocità e determinazione nel contesto che vi ho appena descritto. Queste regole spesso hanno l’effetto di allontanare l’Europa dai suoi cittadini, inibiscono l’iniziativa economica, allontanano gli investimenti.
La risposta a questa situazione, anche nell’interesse di grandi gruppi finanziari internazionali come il nostro, non deve essere una marcia indietro sui progressi fatti nel percorso di unificazione. È auspicabile piuttosto perseguire la strada di una maggiore omogeneità e semplificazione, modificando alcuni principi fondamentali. Il principio dell’unanimità, ad esempio, attraverso il quale i Paesi impongono veti incrociati, inibendo il processo democratico e la capacità di azione. O la difformità delle politiche fiscali all’interno del Mercato Unico, che creano squilibri di competitività per le imprese.
Oltre a questi ambiti fondamentali, i rapporti Letta e Draghi individuano nel settore finanziario un cardine per una maggiore integrazione a livello di Unione Europea, che dovrebbe procedere verso il completamento del Mercato Unico Europeo, lo sviluppo dell'Unione del Mercato dei Capitali (ora identificato come Saving & Investment Union) e di regole che favoriscano anche una maggiore integrazione del mercato assicurativo.
È necessaria, inoltre, una maggiore fiducia tra i Paesi dell'Unione per sviluppare un ecosistema normativo che favorisca la creazione di grandi campioni europei, capaci di attrarre capitali globali e rappresentare un’alternativa ai gestori americani. Questo è essenziale per sostenere le economie di tutti i paesi dell'Unione e garantire vantaggi ai risparmiatori europei che attualmente pagano il prezzo, attraverso maggiori costi e minori guadagni, di un’eccessiva frammentazione. In questo contesto, il dialogo tra il settore finanziario e le istituzioni pubbliche è cruciale. La collaborazione tra settore pubblico e privato è un elemento determinante anche in altri ambiti. Ad esempio, quello riguardante il gap di protezione assicurativa che affligge non solo i paesi in via di sviluppo, ma anche l’Italia e l’Europa, e l’ambito degli investimenti a lungo termine per progetti
infrastrutturali.
Queste collaborazioni devono guardare al lungo termine, oltre alle congiunture del momento, ed avere una portata globale. In questa fase di tensioni geopolitiche, è importante tenere viva la cooperazione internazionale e il dialogo multilaterale. Con questa convinzione, Generali si approccia al dialogo con le organizzazioni internazionali e si impegna in progetti che coinvolgono le differenti realtà del Gruppo come partner del settore pubblico sia come assicuratore sia come investitore finanziario.
Come sapete, da diversi anni Generali collabora con il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, e da qualche anno il Gruppo si è impegnato nell’Insurance Development Forum, la partnership pubblico-privata guidata dall'industria assicurativa e supportata dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale. L’obiettivo di questi impegni è quello di fornire protezione a gruppi sociali fragili, fornire prodotti assicurativi finora inesistenti sul mercato in aree del mondo particolarmente colpite dai cambiamenti climatici, finanziare progetti infrastrutturali che possano favorire lo sviluppo economico in paesi in via di sviluppo – che sono, tra l’altro, spesso sottoposti a importanti flussi di emigrazione – sviluppare l’ambito della salute e sostenere le piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto economico più rilevante in molte aree del mondo, Italia ed Europa comprese.
Questi progetti vengono sviluppati secondo quello che è da sempre l’approccio alla sostenibilità di Generali: quello di considerare contemporaneamente la fattibilità economica della singola iniziativa assieme all’impatto sulle persone e sull’ambiente. Questa è, secondo noi, la chiave di successo della sostenibilità, che purtroppo in passato è stata spesso perseguita senza tener conto in maniera equilibrata di tutti e tre questi fattori e in questa congiuntura globale rischia di essere archiviata a danno di tutti quanti noi e delle generazioni future.
Non è quindi il momento di fare marcia indietro. In ambito climatico, dobbiamo partire dall’evidenza scientifica, che resta chiara in termini di tendenze e rischi per il pianeta. È il momento di procedere con la schiena dritta e di continuare a ingaggiare i diversi stakeholder, anche i più scettici, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni condivise che accontentino questi tre obiettivi chiari: Pianeta, Persone, Profitto. Lo stesso vale per le politiche di Diversità, Equità ed Inclusione. In Generali abbiamo sempre creduto nel valore della diversità e nella grande opportunità che deriva da un ambiente di lavoro costruito su questi principi. Nell’ambito di queste politiche, ad esempio, la percentuale di donne in posizioni strategiche sta aumentando e a fine 2024 ha raggiunto il 38,6% del totale. Questi aspetti costituiscono un vantaggio per il Gruppo che riconosce nelle sue persone uno dei suoi asset più importanti. Come sapete, l’attenzione di Generali nei confronti delle persone non si esaurisce alla sua comunità interna o ai suoi stakeholder più diretti, ma si estende anche alla comunità in cui ci troviamo ad operare. Dal suo inizio nel 2017, la Fondazione Generali The Human Safety Net è cresciuta fino a diventare un movimento globale, con un impatto su più di 800.000 vite in 26 paesi attraverso partnership sul campo con 85 organizzazioni.
Avviandomi verso la conclusione, vorrei ricordare l’importanza di essere presenti oggi come azionisti a questa Assemblea. In qualità di soci, siete chiamati a rinnovare il Consiglio di Amministrazione e, quindi, a porre le basi per il percorso futuro di questo Gruppo. È una scelta molto importante, per il ruolo che questa Compagnia ricopre e per il contesto particolarmente
complesso che vi ho descritto. Per questo motivo e nell’ottica della continuità, come sapete, ho dato la mia disponibilità a ricoprire un secondo mandato come presidente, alla guida del nuovo Consiglio di Amministrazione.
Il video che ha aperto questa assemblea ci ha riassunto attraverso parole e immagini non solo i risultati ottenuti in questi anni, ma i tratti più distintivi della Compagnia, alla base di questi successi. In quasi due secoli di storia, le nostre decisioni ci hanno permesso di crescere, consolidarci e affermarci in Europa e nel mondo come la più grande multinazionale italiana. In Italia, da sempre sosteniamo lo sviluppo economico e sociale, proteggiamo il risparmio, promuoviamo il nostro patrimonio storico e artistico e creiamo valore per clienti, azionisti, dipendenti, agenti e per l’intero sistema Paese.
Questo spirito di servizio ha forgiato l’opera del Consiglio di Amministrazione e ha guidato la mia presidenza in questi tre anni durante i quali i colleghi del board sono stati chiamati ad importanti decisioni, che hanno avuto impatti significativi sulla trasformazione e sulla crescita del Gruppo. Ogni decisione di questo Consiglio di Amministrazione è stata sempre affrontata attraverso il dialogo e il confronto costruttivo, nell’esclusivo interesse dell’azienda e di tutti i suoi stakeholder.
Voglio pertanto ringraziare ogni consigliere per l’impegno, la professionalità, la competenza, lo spirito di servizio e il lavoro di squadra profuso adempiendo all’incarico. Il consiglio che ho avuto l’onore e il privilegio di presiedere ha svolto brillantemente il compito di supportare e stimolare il management, lavorando fianco a fianco ad esso, con spirito costruttivo anche nelle occasioni di critica, in tutte le operazioni che hanno contraddistinto il ciclo strategico concluso nel 2024 e la preparazione del nuovo piano “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”, appena avviato.
Per i brillanti risultati ottenuti voglio ringraziare chi in questo momento è qui accanto a me e ha guidato le persone del nostro Gruppo nella loro realizzazione: il nostro Group CEO Philippe Donnet, a cui va riconosciuto, assieme alla sua squadra, il successo nella realizzazione di un altro piano strategico, il terzo dall’inizio del suo incarico; ringrazio il nostro CFO Cristiano Borean, per la disciplina applicata agli aspetti finanziari e per l’energia e l’entusiasmo che è sempre in grado di comunicare a tutti. Voglio congratularmi con voi, ma anche con tutto il management team del Gruppo Generali, per la direzione impressa a questo Gruppo. Un sentito ringraziamento al nostro Segretario del Consiglio, Giuseppe Catalano, con cui da presidente ho condiviso molte tappe di questi tre anni straordinari. Infine, ancora un caloroso ringraziamento a tutte le persone di Generali, dipendenti e agenti, che tengono alto il nome del Gruppo in tutto il mondo.
Chiudo questa mia introduzione con un auspicio per il futuro delle Generali: “Continuiamo a guardare avanti, costruendo il domani con impegno e responsabilità. E con la forza di un gruppo Italiano, Internazionale, da sempre Indipendente.”"
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