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BCE verso taglio tassi di 25 punti, dal 2,50% al 2,25% per effetto dazi Trump e rallentamento inflazione dal 2,3% al 2,2%

Il taglio previsto dovrebbe tradursi in un credito più accessibile per famiglie e imprese, con effetti particolarmente positivi sui mutui a tasso variabile; al momento, i mutui a tasso fisso restano leggermente più convenienti

17 Aprile 2025

BCE verso taglio tassi di 25 punti, dal 2,50% al 2,25% per effetto dazi Trump e rallentamento inflazione dal 2,3% al 2,2%

Gli analisti danno ormai per scontato un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base, spinto dalle crescenti preoccupazioni legate alle turbolenze economiche mondiali e alla guerra commerciale innescata dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump. Una situazione che sembra pesare più delle persistenti pressioni inflazionistiche nell’Eurozona. Con il taglio atteso, il tasso sui depositi dovrebbe scendere al 2,25%, mentre il tasso principale di rifinanziamento è previsto al 2,4%.

Il taglio previsto dovrebbe tradursi in un credito più accessibile per famiglie e imprese, con effetti particolarmente positivi sui mutui a tasso variabile. Tuttavia, al momento, i mutui a tasso fisso restano leggermente più convenienti.

Inflazione stabile ma contesto incerto 

Attualmente, l’inflazione nell’Eurozona si attesta intorno al 2,2% su base annua, poco sopra l’obiettivo del 2% fissato dalla stessa BCE. Il contesto è però sfaccettato: le tariffe commerciali possono aumentare i prezzi, ma al tempo stesso il rafforzamento dell’euro e la discesa dei prezzi dell’energia stanno attenuando le spinte inflazionistiche.

Cosa si aspettano gli analisti

“Dopo la riunione di marzo, sembrava che la BCE fosse pronta a prendersi una pausa per monitorare l’andamento delle variabili macroeconomiche e capire come pianificare la strategia monetaria. Tuttavia, dal celebre Liberation Day del 2 aprile, il mondo è totalmente cambiato, obbligando la BCE a essere flessibile e a rivedere le proprie scelte. Le forti tensioni commerciali e il marcato apprezzamento dell’euro hanno inevitabilmente aumentato le aspettative per un nuovo taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE. L’annuncio dei nuovi dazi americani contro l’Unione Europea ha riportato in primo piano i rischi per la crescita dell’Eurozona. A questo si è aggiunto il forte apprezzamento dell’euro sui mercati valutari e il calo dei prezzi energetici, entrambi elementi che alimentano le pressioni disinflazionistiche. In questo contesto, la BCE appare costretta a proseguire il ciclo di riduzione del costo del denaro, con un probabile taglio da 25 punti base, portando il tasso sui depositi al 2,25%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale dal 2,65% al 2,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale dal 2,90% al 2,65%” scrive in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Cosa conviene tra tasso fisso e variabile

I dati attuali confermano che il mutuo a tasso fisso, anche se di poco, risulta ancora la scelta più conveniente. Le migliori proposte online partono da un TAN del 2,76%, che si traduce in una rata mensile di circa 582 euro. Per i mutui a tasso variabile, invece, il TAN minimo è del 2,97%, con una rata intorno ai 596 euro.

Scegliere oggi un tasso fisso significa iniziare con una rata leggermente più bassa e avere la certezza che resterà stabile per tutta la durata del finanziamento. Optare per il variabile, invece, è una sorta di scommessa sul fatto che in futuro le rate possano scendere sotto quelle del fisso, portando a un risparmio. Tuttavia, comporta anche il rischio di aumenti legati all’andamento incerto dei mercati.

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