24 Gennaio 2025
Il ddl sul nucleare arriva al Consiglio dei ministri, l’Italia rilancia l’atomo per l'energia sostenibile, la sicurezza e la decarbonizzazione entro il 2050. Il governo italiano punta al ritorno al nucleare con un disegno di legge delega composto da quattro articoli, inviato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a Palazzo Chigi e destinato a essere discusso nel prossimo Consiglio dei ministri. Il testo, redatto da una commissione tecnica guidata dal giurista Giovanni Guzzetta, definisce il nucleare come una fonte cruciale per ridurre le emissioni di CO2, rafforzare l'indipendenza energetica e contenere i costi per famiglie e imprese.
La legge prevede che il governo disponga di 24 mesi dall’entrata in vigore per adottare decreti legislativi che regolamentino la produzione di energia nucleare sostenibile in Italia. Tra gli obiettivi indicati, il nucleare potrebbe coprire tra l’11% e il 22% della domanda energetica nazionale entro il 2050, con una capacità installata stimata tra 8 e 16 Gigawatt. Il disegno di legge quadro include anche strumenti per promuovere l’informazione e la formazione sul ruolo delle tecnologie nucleari nella decarbonizzazione, in linea con le normative europee e internazionali.
Il ddl disciplina il processo di smantellamento degli impianti nucleari esistenti non destinati alla ricerca e affronta il tema della localizzazione, costruzione ed esercizio di nuove centrali, oltre a strutture per la fabbricazione e il riprocessamento del combustibile e il deposito temporaneo dei rifiuti radioattivi. È prevista inoltre una regolamentazione per il settore della fusione nucleare, con incentivi alla ricerca e alla formazione di tecnici e ingegneri specializzati.
La sicurezza è un pilastro centrale: sarà istituita un’autorità amministrativa indipendente per vigilare sugli impianti e garantire il rispetto delle norme di radioprotezione. Saranno avviate campagne informative e consultazioni pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del nucleare sostenibile, un elemento cruciale per ottenere consenso.
Le misure non graveranno sulla finanza pubblica, poiché i costi saranno coperti da risorse esistenti o da successivi provvedimenti legislativi. Particolare attenzione è rivolta ai piccoli reattori modulari (SMR), considerati una tecnologia chiave per il rilancio del settore, che richiederanno un coordinamento normativo con l’Unione Europea per ridurre i costi di licenza e implementazione.
“L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare con un mix energetico equilibrato e sostenibile, che completerà le rinnovabili e garantirà la sicurezza degli approvvigionamenti”, ha dichiarato il ministro Pichetto Fratin. “È una scelta strategica che ci consentirà di affrontare le sfide della decarbonizzazione e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Sono fiducioso che questo percorso possa concludersi entro il 2027, grazie a un consenso trasversale in Parlamento e nel Paese”.
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