07 Gennaio 2025
giovani lavoratori di un ristorante, fonte: imagoeconomica
Secondo i dati provvisori diffusi dall’Istat (Istituto nazionale di Statistica), a novembre 2024 il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 5,7%, registrando una diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre. Si tratta del livello più basso mai raggiunto nel nostro Paese dall’inizio delle serie storiche, avviate dall'istituto a partire dal 2004.
Tuttavia, sempre nel mese di novembre il tasso di disoccupazione giovanile (nella fascia che va cioè dai 15 ai 24 anni) è aumentato, raggiungendo il 19,2%: una crescita, rispetto ai dati di ottobre 2024, di +1,4 punti percentuali su base mensile. A novembre 2023 il tasso di disoccupazione, invece, era al 6,3%. Il dato di oggi, quindi, equivale a una variazione di oltre mezzo punto percentuale in un anno.
L’Istat evidenzia che, rispetto al mese precedente, il numero di occupati ha subito un leggero calo dello 0,1%, equivalente a una riduzione di 13mila unità. Gli occupati totali si attestano così a 24 milioni e 65mila. Su base annua, invece, il numero di occupati è cresciuto dell’1,4%, pari a un aumento di 328mila unità rispetto a novembre 2023.
Il tasso di occupazione si è mantenuto stabile al 62,4% rispetto al mese precedente, segnalando una sostanziale tenuta del mercato del lavoro nonostante le fluttuazioni nei singoli indicatori. Un segnale che potrebbe indicare sia il raggiungimento di un plateau, dal punto di vista del rapporto tra domanda e offerta, sia un segnale di consolidamento dei risultati raggiunti negli ultimi anni dal punto di vista occupazionale.
L’aumento della disoccupazione giovanile rappresenta però un dato preoccupante, in controtendenza rispetto all’andamento generale. L’Istat non ha fornito dettagli sulle cause specifiche di questa crescita, ma il dato evidenzia una persistente difficoltà per i giovani nell’accedere al mercato del lavoro. Un fenomeno che accompagna l'Italia già da diversi anni.
Questi numeri mettono in luce un quadro complesso: da un lato, un tasso di disoccupazione generale ai minimi storici, segno di una economia solida e resiliente; dall’altro, un persistente squilibrio generazionale che penalizza in modo significativo i più giovani, che si stanno affacciando solo adesso al mondo del lavoro.
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