L'indagine avviata dalla Procura di Milano è scaturita da numerose segnalazioni di operazioni sospette e da oltre 700 querele presentate dai clienti. Questi ultimi, a seguito dell’interruzione dell’operatività della piattaforma di exchange nel 2023, non hanno più riottenuto le somme investite. Nell’aprile dello stesso anno, su richiesta della Procura, il tribunale fallimentare di Milano aveva dichiarato il fallimento dell'exchange, seguito nei mesi successivi dal dissesto delle altre società del gruppo.
Il procuratore di Milano, Marcello Viola, ha reso noto in un comunicato che il dissesto è stato stimato in circa 66 milioni di euro, con oltre 18mila clienti coinvolti. Le indagini, condotte dal nucleo speciale di polizia valutaria e dal nucleo PEF di Milano, hanno rivelato che, sin dalla costituzione in Italia, la gestione societaria è stata caratterizzata da continui atti dispositivi sulle risorse in moneta fiat e virtuale dei clienti. Gli amministratori non hanno mai adottato alcuna forma di segregazione nella gestione dei cripto asset societari rispetto a quelli dei clienti, né sotto il profilo gestionale né contabile.