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L'Ue riduce le stime di crescita per l'Italia, +0,7% nel 2024 e +1% nel 2025, debito in aumento al 138,2%

Il debito pubblico italiano si attesterà al 136,6% del PIL nel 2024, rimasto sostanzialmente stabile a settembre, sale leggermente a €2.962,3mld

15 Novembre 2024

L'Ue riduce le stime di crescita per l'Italia, +0,7% nel 2024 e +1% nel 2025, debito in aumento al 138,2%

La Commissione Europea riduce le stime di crescita per l'Italia, +0,7% nel 2024 e +1% nel 2025, il debito aumenta del 138,2%

La Commissione Europea rivede al ribasso le stime di crescita per l’Italia nelle previsioni economiche d’autunno. Il PIL italiano è ora atteso in aumento dello 0,7% nel 2024, rispetto allo 0,9% previsto a maggio, e crescerà dell’1% nel 2025 (contro l’1,1% delle stime primaverili) e dell’1,2% nel 2026.

Eurozona e UE: previsioni in calo, Germania in recessione

Mentre per l’Eurozona nel 2024 è confermata una crescita dello 0,8%, il 2025 vedrà una revisione al ribasso all’1,3% (da 1,4%), con una crescita stimata all’1,6% nel 2026. Per l’intera Unione Europea, il PIL dovrebbe salire dello 0,9% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025, entrambi in calo rispetto alle precedenti stime. La Germania, intanto, rimane in recessione con un PIL stimato in calo dello 0,1% nel 2024, dopo il -0,3% del 2023, e solo una timida ripresa prevista per gli anni successivi.

Italia: Debito e deficit sotto controllo, ma con criticità

Il debito pubblico italiano si attesterà al 136,6% del PIL nel 2024, per salire al 138,2% nel 2025 e al 139,3% nel 2026, una previsione migliorata rispetto alle stime primaverili. Tuttavia, l’indebitamento è ancora influenzato dagli effetti ritardati dei crediti d’imposta per l’edilizia, in particolare il controverso Superbonus, che secondo la Commissione ha avuto un impatto "più negativo che positivo" sui conti pubblici.

Sul fronte del deficit, l’Italia registrerà un miglioramento significativo, passando dal 7,2% del 2023 al 3,8% nel 2024, con una discesa al 3,4% nel 2025 e al 2,9% nel 2026. Questi numeri rivedono al ribasso le previsioni di primavera e si avvicinano ai dati indicati nel Documento programmatico di bilancio italiano.

Pil e Pnrr: una ripresa lenta e incerta

La Commissione evidenzia come la crescita economica italiana nel 2024 sarà sostenuta da investimenti infrastrutturali e dal calo delle importazioni, compensando il freno all’edilizia residenziale. Il Pnrr giocherà un ruolo chiave, con una ripresa prevista nel 2025 e nel 2026 grazie all'accelerazione della spesa legata ai fondi europei. Tuttavia, ritardi nell’attuazione dei piani di ripresa potrebbero pesare ulteriormente sulle prospettive di crescita.

Le parole di Gentiloni

Durante la presentazione delle previsioni, il commissario UE all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sottolineato i rischi derivanti dai ritardi nell’attuazione del Pnrr e dagli effetti del Superbonus. "Questa misura, pur avendo ragioni comprensibili, è uscita fuori controllo, con un impatto negativo sui conti pubblici", ha dichiarato. Gentiloni ha inoltre avvertito sui rischi geopolitici e protezionistici, evidenziando che un’eventuale svolta protezionistica negli Stati Uniti potrebbe danneggiare sia l’economia europea sia quella americana.

Debito pubblico stabile a settembre

Secondo i dati della Banca d’Italia, il debito pubblico italiano è rimasto sostanzialmente stabile a settembre, salendo leggermente a 2.962,3 miliardi di euro (+700 milioni rispetto ad agosto). Le entrate tributarie statali sono invece aumentate dell’8,6% rispetto al 2023, con un totale di 410,1 miliardi nei primi nove mesi del 2024.

Rischi globali e climatici in aumento

L’incertezza economica globale continua a gravare sull’Italia e sull’intera Unione Europea. La Commissione segnala che i conflitti geopolitici, come la guerra in Ucraina e le tensioni in Medio Oriente, unitamente all’intensificazione delle misure protezionistiche, rappresentano un rischio per il commercio globale e la sicurezza energetica. Inoltre, i recenti eventi climatici estremi, come le inondazioni in Spagna, evidenziano i crescenti impatti dei disastri naturali sull’economia europea.

In questo contesto, la strada per una ripresa economica solida appare ancora lunga e complessa, con sfide che richiedono interventi mirati e tempestivi sia a livello nazionale che europeo.

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