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Guerra Ucraina, 18 mld di profitti aziende occidentali rimaste in Russia nel 2022, tra le varie Philip Morris, Pepsi, Mars

Le imprese con sede negli Stati Uniti hanno generato il profitto totale maggiore, pari a 4,9 miliardi di dollari, seguite da aziende tedesche, austriache e svizzere con rispettivamente 2,4 miliardi di dollari, 1,9 miliardi di dollari e 1 miliardo di dollari

19 Settembre 2023

Guerra Ucraina, Usa: "Philip Morris, Pepsi, Mars e non solo, 18 mld di profitti aziende occidentali rimaste in Russia nel 2022"

Fonte: imagoeconomica

Miliardi di dollari di profitti delle aziende occidentali che operano in Russia, ben 18 nel 2022. Si tratta di società rinomate che hanno fatto utili importanti, decidendo di non chiudere nonostante lo scoppio della guerra in Ucraina, a differenza di tante altre. A discapito di ciò, ci sono però le controsanzioni di Mosca che non permettono di portare questi profitti al di fuori della Russia. A riportare l'indiscrezione è il Financial Times, riprendendo i dati pubblicati dalla Kyiv School of Economics (Kse).

Guerra Ucraina, 18 mld di profitti aziende occidentali rimaste in Russia nel 2022, tra le varie Philip Morris, Pepsi, Mars

I gruppi provenienti da questi Paesi hanno rappresentato 18 miliardi di dollari dei 20 miliardi di dollari di profitti russi che le società straniere hanno riportato solo nel 2022, e 199 miliardi di dollari dei loro 217 miliardi di dollari di entrate lorde in Russia. Molte aziende straniere hanno tentato di vendere le loro filiali russe, ma qualsiasi accordo richiede l’approvazione di Mosca ed è soggetto a forti sconti sui prezzi. 
La banca austriaca Raiffeisen ha riportato i maggiori utili del paese nel 2022, pari a 2 miliardi di dollari. I gruppi statunitensi Philip Morris e PepsiCo hanno guadagnato rispettivamente 775 e 718 milioni di dollari. Scania ha realizzato profitti per 621 milioni di dollari divenendo il produttore di autocarri più redditizio tra le aziende che da allora si sono ritirate dal paese.

"I dati potrebbero essere cresciuti notevolmente da allora, anche se non è possibile valutare con esattezza l'entità, dal momento che la maggior parte delle aziende internazionali che operano in Russia rende noti i propri risultati locali solo annualmente", ha dichiarato il vice direttore dello sviluppo del Kse Andrii Onopriienko.

Lo scorso anno Mosca ha imposto il divieto di distribuire dividendi alle aziende di Paesi "ostili", tra cui Stati Uniti, Regno Unito e tutti i membri dell'Ue. Una risposta alle sanzioni che sono state imposte al Cremlino dopo lo scoppio del conflitto. Il ricavato rimane a Mosca ma questo non ha impedito alle aziende di continuare l'attività all'interno del Paese.

Ecco chi ha generato maggiori profitti

Le imprese con sede negli Stati Uniti hanno generato il profitto totale maggiore, pari a 4,9 miliardi di dollari, seguite da aziende tedesche, austriache e svizzere con rispettivamente 2,4 miliardi di dollari, 1,9 miliardi di dollari e 1 miliardo di dollari. Alcune di queste società lamentano il fatto che siano "bloccati a causa di restrizioni sui dividendi". Il gruppo energetico tedesco Wintershall, che quest’anno ha registrato una svalutazione non monetaria di 7 miliardi di euro dopo che il Cremlino ha espropriato le sue attività in Russia, ha “circa 2 miliardi di euro in contanti per interessi di esercizio bloccato a causa di restrizioni sui dividendi".

"La stragrande maggioranza della liquidità generata dalle nostre joint venture russe dal 2022 si è dissipata". Esistono però delle eccezionalità che permettono permessi di prelievo.

Alcune aziende hanno trovato il modo di aggirare le restrizioni. Secondo il suo rendiconto finanziario annuale per il 2022, l’anno scorso la filiale russa del gruppo alimentare statunitense Mars ha pagato 56,1 miliardi di rubli (circa 800 milioni di dollari) alla sua società madre "compensandoli con i suoi debiti".

La divisione russa di Japan Tobacco International, l’unico grande gruppo di sigarette che non si è impegnato a cercare l’uscita dal paese, l’anno scorso ha pagato 180 milioni di dollari al suo azionista unico JTI Germany, di cui il 20% distribuito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. secondo la dichiarazione del gruppo sulla Russia per il 2022.

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