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Bce alza i tassi dello 0,25% ai massimi storici a 4,50%, ennesima stangata per l'Europa; Lagarde: "Consiglio spaccato sulla decisione"

Nuovo incremento dei tassi d'interesse dello 0,25%; tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%, sui depositi al 4%, prestiti marginali al 4,75%

14 Settembre 2023

Tassi BCE salgono al 3,75%,

Il costo del denaro sale nell'area euro di un altro quarto di punto

Nuovo incremento dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale (lo 0,25%) da parte della Banca Centrale Europea, che porta così il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,50%, quello sui depositi al 4% (il massimo storico), e quello sui prestiti marginali al 4,75%.

"Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse hanno raggiunto un livello che, mantenuto per una durata sufficientemente lunga, darà un notevole contributo a un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine", spiega il comunicato emesso subito dopo la riunione. 

La presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato in conferenza stampa che non si può ancora dire con certezza che i tassi abbiano raggiunto un picco, ma ha comunque ammesso che l'enfasi si è ora spostata un po' di più verso la durata della stretta. 

"Le future decisioni del consiglio direttivo assicureranno che i tassi Bce saranno fissati a un livello sufficientemente restrittivo per tutto il tempo necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello appropriato e la durata della stretta. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei prossimi dati". 

La nota spiega che gli esperti della Bce hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, come già spiegato da Il Giornale d'Italia, che infatti si porterebbe nell'area dell'euro allo 0,7% nel 2023, all'1,0% nel 2024 e all'1,5% nel 2025; le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l'inflazione all'obiettivo. Le previsioni sono così tagliate "alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna e dell'indebolimento del contesto del commercio internazionale"

Durante la discussione, ha spiegato Lagarde, c’è stato ampio consenso sulla lunga analisi della situazione macroeconomica, ma alcuni governatori avrebbero preferito una pausa per avere una maggiore certezza sulle condizioni dell’economia. La decisione è stata in ogni caso presa con una «maggioranza solida».

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