03 Agosto 2023
Il variegato universo dell’arte starebbe per subire una rivoluzione grazie all’audace visione di Yassir Benjelloun-Touimi, ex banchiere d’investimento di UBS. Il fondatore e CEO della start-up Artex ha recentemente dichiarato di avere grandi piani per trasformare il modo in cui le persone si avvicinano all’arte. Un progetto ambizioso, sul quale, nonostante i dubbi di vari operatori che temono la nascita dell’ennesimo strumento speculativo, sembra poter contare su sostegni di alto profilo. Tra questi quello del Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, che, secondo Benjelloun-Touimi, “Ha colto il grande potenziale dell’idea di Artex e si è reso conto di quanto profondamente cambieremo questo mondo”. Tra il CEO di Artex e Orcel esiste una consolidata amicizia. I due si conoscono dai tempi di UBS, dove Benjelloun-Touimi ha lavorato come banchiere d’investimento con un ruolo di primo piano proprio quando il banchiere italiano era il capo dell'istituto finanziario svizzero. Orcel verrebbe indicato come possibile futuro membro del consiglio di amministrazione. Ma come funziona questa start-up lussenburghese chhe sembra destinata a cambiare le regole del gioco? E perché non tutti la guardano con approvazione? Fondata nel 2020, Artex si è posta l’ambizioso obiettivo di rivoluzionare il mercato dell’arte, rendendo il possesso di opere di pregio, tradizionalmente riservato a un gruppo elitario di ricchi, in un'attività fruibile da milioni di individui. La società punta a convertire opere d’arte di valore milionario in azioni a prezzi accessibili, che vengono poi negoziate come i tradizionali titoli finanziari. Artex attualmente impiega più di sessanta persone tra Parigi, Londra, Lussemburgo e Liechtenstein e sta stringendo accordi con importanti banche. Recentemente, ha ottenuto la partnership con la borsa svizzera SIX per la compensazione delle sue azioni artistiche.
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