17 Febbraio 2023
Foto di Emma Houghton su Unsplash
Il Consiglio dei Ministri cambia rotta al Superbonus: chi intende cominciare lavori di recupero patrimonio edilizio, efficientamento energetico o rifacimento delle facciate non potrà più contare sulla cessione del credito di imposta o sullo sconto in fattura, ma solo sulla detrazione. Inoltre gli enti pubblici non potranno più acquistare i crediti incagliati.
Il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge che stravolge il Superbonus, senza eliminarlo. Per chi è già oltre il 30% dei lavori, non dovrebbe cambiare nulla. Chi ha depositato la Cilas (la Comunicazione di inizio lavori) ma non ha ancora avviato le opere, potrebbe da ora in poi trovare un istituto bancario non troppo disponibile.
Chi invece vuole iniziare da zero gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche non potrà più fare affidamento allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti d'imposta, ma potrà solo detrarre. Arriva anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato: "È una misura d’impatto che si rende necessario per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa. Questo è il bilancio di questa esperienza".
Secondo il ministro "questo fenomeno frutto di una politica poco avveduta" pesa sul debito per 110 miliardi: un "bucone" per il quale fa appello alle banche.
L'Associazione Nazionale Costruttori Edili lancia l'allarme tramite la presidente Federica Brancaccio: "Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie".
"Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo", conclude.
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