23 Novembre 2022
“Niente reddito di cittadinanza a chi non assolve l’obbligo scolastico”: così dichiara il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. La linea dell’attuale governo mira infatti a incentivare la fine del percorso di studi per chi dovesse averlo interrotto, o l’inizio di uno nuovo per chi volesse intraprendere un titolo di formazione professionale specializzato.
I risultati emersi dalle ricerche riguardo il reddito di cittadinanza sono preoccupanti e “moralmente inaccettabili”. Risulta infatti che 140mila under 30 percepiscano il reddito di cittadinanza, pur non avendo completato l’obbligo del percorso scolastico e dunque non avendo delle competenze specifiche per poter mettere in atto una professione. Visti e considerati i risultati delle ricerche, pena per coloro che non riprenderanno in mano i libri, sarà la perdita del diritto al sussidio a partire da gennaio 2024.
La proposta parte da un dato, ricavato da una ricerca commissionata proprio nell’ambito della modifica del reddito di cittadinanza, che ha fotografato la situazione dei percettori del sussidio per fasce anagrafiche: “Ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni”, spiega il ministro. In questo bacino, sono 11.290 i percettori che possiedono “soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo” e altri 128.710 “soltanto il titolo di licenza media”. "È inaccettabile moralmente che queste persone rientrino tra coloro che possono ricevere il reddito. Significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge”.
La mossa del governo prevede dunque l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto, o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore, ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi. Pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà.
Il giudizio di Valditara è severo: “Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita”. Viene aggiunto che: "È giusto che la meritocrazia rientri nei requisiti della proposta politica".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia