27 Ottobre 2022
Christine Lagarde (foto LaPresse)
L'inflazione esorbitante costringe la Banca Centrale Europea ad alzare la posta: aumenta del 0,75% il tasso di interesse, ulteriore rincaro rispetto a settembre. A soffrire particolarmente saranno coloro che hanno preso un mutuo. Giorgia Meloni aveva criticato questa mossa da parte della BCE, che i mercati avevano già previsto, sostenendo che fosse rischioso mettere ancora più lacci su una economia già in difficoltà. Ha ricevuto una risposta indiretta e laconica da Christine Lagarde, presidente della BCE: "Faremo ciò che va fatto".
Secondo Christine Lagarde, dunque, lo scopo di una banca centrale è "mantenere i prezzi stabili a ogni costo", anche se questo significa svantaggiare chi prende prestiti come il mutuo. Mutuo che, secondo le analisi di mercato, sarà già più costoso di 137 euro rispetto all'anno scorso, cifra che potrebbe raddoppiare se la tendenza continuasse fino a giugno.
Lagarde ha spiegato che si tratta di mosse necessarie, volte a combattere l'inflazione di un'Europa afflitta dalla crisi energetica e dalla guerra. "L'inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo": pesano le impennate nei prezzi dell'energia ma anche dei beni alimentari.
Il rischio di recessione è concreto, e in effetti la presidente ci avverte che l'economia dell'Eurozona si indebolirà nel prossimo periodo. Tuttavia, il mercato del lavoro è ancora in ottimo stato (6.6% di disoccupazione, una cifra da record) e questo rende più praticabile la mossa della BCE.
A quanto pare, questo aumento sarà solo il primo di molti. La BCE deciderà di volta in volta, ad ogni riunione, se alzare i tassi di interesse in base allo stato dell'inflazione. La presidente ha incoraggiato i governi europei a politiche fiscali responsabili.
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