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Bonomi: "Serve un tetto al prezzo del gas: se la Russia interrompe le forniture, un quinto dell'industria si spegne"

Il presidente di Confindustria: "Si deve aprire una riflessione sul nucleare: bisogna capire se queste tecnologie oggi sono sicure"

01 Settembre 2022

Bonomi: "Serve un tetto al prezzo del gas: se la Russia interrompe le forniture, un quinto dell'industria si spegne"

fonte: imagoeconomica

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ospite questa mattina della trasmissione 'Non Stop News' su Rtl, si è espresso sulle possibili soluzioni alla crisi del gas. "Sicuramente nell'immediato serve un tetto al prezzo del gas. Sarebbe meglio farlo a livello europeo, ma se non si riesce bisogna farlo a livello nazionale. Spagna e Portogallo, che lo hanno applicato, pagano la metà rispetto a noi. E non appena la Germania ha mostrato segnali di apertura, il prezzo è sceso da 308 a 254 euro" ha detto ai microfoni di Rtl 102.5. 

“Inoltre - aggiunge Bonomi - bisogna sospendere temporaneamente l'Ets, il meccanismo europeo di acquisto dei certificati verdi. Soprattutto, l'Europa deve vigilare affinché tali certificati non siano acquistati dalla finanza che ci specula sopra. E poi ancora, occorre sbloccare i vincoli burocratici alle rinnovabili, che tengono fermi 400 impianti. Quegli impianti servirebbero per calmierare i prezzi, e a proposito di questo bisogna anche svincolare il prezzo del gas da quello dell'elettricità”. A proposito del nucleare in Italia, Bonomi afferma che “si deve aprire una riflessione molto seria. Dopo trentacinque anni le tecnologie sono cambiate. Quindi chiedo di capire se queste tecnologie oggi siano sicure, se siano green, visto che anche l'Europa ha riconosciuto il nucleare come tale. Il principale produttore in questo senso è la Francia, che ha 56 reattori e si trova a due passi da noi”.

Il presidente di Confindustria concludendo osserva: "Se la Russia dovesse interrompere le forniture, ci ritroveremmo con una carenza di 4 miliardi di metri cubi di gas, il che significherebbe spegnere un quinto dell'industria italiana. E questo sarebbe catastrofico per migliaia di imprese e di posti di lavoro”.

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