08 Luglio 2022
Niente più gas russo? Allora l'Italia andrà in recessioni per due anni nella "media del biennio 2022-23, per tornare a crescere nel 2024" come dichiarato da Ignazio Visco, governatore di Bankitalia in un'intervento all'assemblea dell'Abi. Una mossa che l'Ue a dir la verità sta progettando da tempo cercando fonti alternative ma che potrebbe prima passare da un brusco stop da parte della Russia. In quel caso per il nostro Paese si metterebbe male come affermano il numero uno dei banchieri.
Per l'Italia recessione in arrivo? Così sembra stando alle parole di Visco. "In uno scenario avverso caratterizzato da un arresto delle forniture" di gas dalla Russia "dal terzo trimestre di quest’anno, solo parzialmente sostituite da altre fonti, il prodotto registrerebbe una contrazione nella media del biennio 2022-23, per tornare a crescere nel 2024". Al deterioramento del quadro macroeconomico, dice il numero uno di Via Nazionale, "contribuirebbero le ricadute dirette di tale interruzione sui settori a più elevata intensità energetica, ulteriori rialzi nei prezzi delle materie prime, un più deciso rallentamento del commercio estero, un peggioramento della fiducia e un aumento dell’incertezza".
Visco continua: "Lo scorso gennaio ci attendevamo una espansione del prodotto superiore al 3 per cento nella media del biennio 2022-23". Previsioni però "sbagliate, è vero, ma le analisi mostrano che l'errore dipende dal 90% dalle ipotesi fatte relative ai costi dell'energia". Adesso, continua, "nello scenario di base elaborato in giugno, nel quale si ipotizza che le tensioni associate alla guerra si protraggano per tutto il 2022, ma si esclude una sospensione delle forniture di gas dalla Russia, la crescita è stata rivista al ribasso, di 2 punti percentuali nel complesso del biennio, su valori prossimi a quelli dell’area dell’euro". Facendo una sintesi, "l’economia italiana dovrebbe crescere in linea con l’area dell’euro nel biennio 2022-23. I rischi a livello globale sono però significativi".
Capitolo inflazione. Questa "in giugno ha superato anche in Italia l’8 per cento, per quattro quinti a causa degli effetti diretti e indiretti dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari, contribuisce a frenare l’espansione comprimendo in misura significativa i redditi in termini reali, solo in parte compensati dalle misure di bilancio".
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