06 Novembre 2021
Bper Banca ha approvato i risultati consolidati di Gruppo al 30 settembre 2021 che includono il contributo economico apportato dal ramo acquisito da Intesa Sanpaolo costituito da 620 filiali.
L’Amministratore Delegato Piero Luigi Montani commenta: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati dei primi nove mesi dell’anno che premiano l’intenso lavoro realizzato dai colleghi per portare a termine con successo l’integrazione delle 620 filiali del ramo acquistato da Intesa Sanpaolo, che ha consentito al Gruppo di compiere un notevole salto dimensionale.
Sul fronte gestionale, il terzo trimestre ha confermato i trend positivi già osservati da inizio anno, evidenziando una redditività in ulteriore crescita che, nonostante la consueta stagionalità, ha continuato a beneficiare di un importante aumento dei ricavi commissionali trascinati, in particolare, dall’attività di collocamento dei prodotti di risparmio gestito e bancassurance.
Prosegue, inoltre, il processo di miglioramento della qualità del credito, con un NPE ratio lordo al 5,5%, in ulteriore calo rispetto al trimestre precedente (5,7%) e con un forte incremento della copertura sui crediti deteriorati che ha raggiunto il 55,3%.
La posizione di capitale si conferma elevata con un CET 1 fully phased pari al 13,7% ben oltre i requisiti minimi richiesti.
Vorrei inoltre sottolineare gli importanti obiettivi raggiunti in ambito ESG: dall'adesione ai Principles for Responsible Banking dell'”UNEP FI”, alla creazione di un Comitato Sostenibilità endoconsiliare, all'inserimento di BPER Banca nell'indice MIB ESG di Borsa Italiana.
Tutto ciò conferma il rilievo strategico che il nostro Gruppo attribuisce alle tematiche di sostenibilità, la cui gestione si traduce in impegni coerenti e concreti sia a livello di governance, sia nell’attività quotidiana di tutte le funzioni aziendali.
I risultati conseguiti in termini di redditività, qualità del credito e patrimonializzazione, nonché i passi compiuti sulle tematiche ESG, unitamente al posizionamento competitivo che abbiamo raggiunto, costituiscono una solida base su cui poggerà il nuovo Piano Industriale 2022-2024. Esso definirà le direttrici strategiche che guideranno una nuova fase di crescita del Gruppo BPER, in uno scenario competitivo sempre più caratterizzato dall’accelerazione dei processi digitali e tecnologici”.
Il margine di interesse si attesta a € 1.119,4 milioni, di cui € 980,7 milioni riferibili all’attività commerciale di intermediazione con la clientela. Nel terzo trimestre 2021 il dato è pari € 391,1 milioni in rialzo dell’1,6% rispetto al trimestre precedente, anche in seguito al contributo delle filiali di Intesa Sanpaolo acquisite a fine giugno. Tra le componenti principali si registrano un contributo dei fondi TLTRO-III al netto degli interessi pagati sulle somme depositate presso BCE pari a € 80,9 milioni (€ 24,1 milioni nel terzo trimestre 2021) e un contributo del portafoglio titoli pari a € 80,7 milioni (€ 25,1 milioni nel terzo trimestre 2021).
Le commissioni nette raggiungono € 1.172,4 milioni, trainate dalla crescita del comparto relativo alla raccolta indiretta e bancassurance (il cui apporto complessivo ammonta a € 529,7 milioni), nonché dal contributo del ramo acquisito. Continua, inoltre, il trend in aumento delle commissioni riferibili all’attività bancaria tradizionale che nei primi nove mesi salgono a € 642,7 milioni. Anche la dinamica del terzo trimestre 2021 delle commissioni nette è stata particolarmente positiva, tenuto conto della stagionalità del periodo, con un dato che si assesta a € 438,5 milioni, in crescita dell’8,0% rispetto al secondo trimestre 2021, beneficiando principalmente di flussi in aumento di raccolta netta del risparmio gestito e bancassurance.
La voce dividendi risulta pari a € 14,6 milioni (€ 0,7 milioni nel terzo trimestre 2021).
Il risultato netto della finanza si attesta a € 172,6 milioni beneficiando degli utili derivanti dalle cessioni di attività finanziarie e della buona performance realizzata dai mercati. Il dato del terzo trimestre 2021 è pari a € 52,9 milioni in rialzo del 21,7% rispetto al trimestre precedente.
I proventi operativi netti salgono a € 2.490,8 milioni supportati dalla crescita dei ricavi core (margine di interesse e commissioni nette). Nel terzo trimestre 2021 il dato è pari a € 892,4 milioni in aumento del 6,1% rispetto al trimestre precedente beneficiando sia della buona performance commerciale che della piena contribuzione del ramo acquisito.
Gli oneri operativi ammontano a € 1.629,2 milioni (€ 517,8 milioni nel terzo trimestre 2021) e includono € 102,7 milioni di oneri non ricorrenti, principalmente riferibili al processo di integrazione del ramo acquisito. In dettaglio:
· le spese per il personale risultano pari a € 971,0 milioni di cui € 18,0 milioni di costi straordinari, legati prevalentemente all’attività di allineamento delle nuove risorse e al rafforzamento dei presidi per l’assistenza commerciale alla nuova clientela del ramo acquisito. Il dato del terzo trimestre 2021 è pari a € 313,8 milioni, in calo dell’11,6% rispetto al secondo trimestre 2021, beneficando della consueta stagionalità del periodo.
· Le altre spese amministrative ammontano a € 498,4 milioni, di cui € 75,8 milioni di oneri non ricorrenti, connessi all’attività di consulenza, migrazione IT e rebranding delle filiali integrate. Il dato del terzo trimestre 2021 si assesta a € 151,1 milioni in calo del 4,0% rispetto al trimestre precedente.
· Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali risultano pari a € 159,8 milioni e includono € 8,9 milioni di svalutazioni di asset dovuti anche al cambio del criterio valutativo degli immobili dal costo al fair value (maggiori ammortamenti). Il dato del terzo trimestre 2021 è pari a € 52,8 milioni (+0,6% rispetto al trimestre precedente).
Il risultato della gestione operativa è pari a € 861,6 milioni. Al netto delle componenti non ricorrenti il dato si attesta a € 956,1 milioni (di cui € 2.482,6 milioni di proventi operativi netti e € 1.526,5 milioni di costi operativi).
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a € 715,2 milioni (€ 138,8 milioni nel terzo trimestre 2021) e includono € 310,0 milioni di rettifiche addizionali, conseguenti anche all’aggiornamento delle policy valutative di Gruppo contabilizzate nel primo semestre 2021. Il costo del credito annualizzato dei primi nove mesi del 2021 risulta quindi pari a 124 p.b. (70 p.b. escludendo le rettifiche su crediti addizionali).
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri ammontano a € 55,0 milioni di cui € 30,5 milioni di carattere straordinario, di cui la maggior parte riferibili all’adeguamento della quota di “profit sharing” da corrispondere al Fondo di Risoluzione in esecuzione degli accordi connessi all’acquisizione di Nuova Carife S.p.A.
I contributi ai fondi sistemici per l’anno 2021 ammontano complessivamente a € 126,1 milioni. Nel dettaglio:
· € 46,1 milioni (contabilizzati nel primo semestre) relativi al contributo al Fondo di Risoluzione Unico (“SRF”) sulla base del perimetro del Gruppo al 31 dicembre 2019, di cui € 34,9 milioni come contributo ordinario e € 11,3 milioni come contributo addizionale richiesto dal SRF.
· € 80,0 milioni (contabilizzati nel terzo trimestre) relativi al contributo stimato per il Fondo di Garanzia dei Depositi (“DGS”) in aumento rispetto al dato dello scorso anno per effetto dell’allargamento della base depositi conseguente all’integrazione del ramo acquisito.
Si evidenzia che nello schema di Conto economico riclassificato, per chiarezza espositiva, tali contributi sono esposti in una riga separata, mentre nello schema di Banca d’Italia sono ricompresi all’interno della voce 190 b) “Altre spese amministrative”.
Avviamento negativo (c.d. Badwill) pari a € 1.127,8 milioni di cui:
· € 817,7 milioni relativi al badwill emerso dal processo di Purchase Price Allocation (PPA) richiesta dall’IFRS 3 “Aggregazioni aziendali”[i] rispetto all’acquisizione del ramo d’azienda. Il differenziale tra patrimonio netto di pertinenza del ramo acquisito e prezzo di acquisto ha generato un badwill (bargain purchase) iniziale pari a € 966,9 milioni. Il processo di PPA tra le attività e passività oggetto di acquisizione valutate al fair value ha comportato l’allocazione di € 149,2 milioni. Tra i principali effetti, si evidenzia un fair value inferiore al valore contabile acquisito dei crediti non-performing per € 337,5 milioni ed un fair value superiore al valore contabile acquisito dei crediti performing per € 234,1 milioni.
· € 310,2 milioni relativi al recupero della fiscalità sullo stesso badwill come da previsioni contrattuali con Intesa Sanpaolo.
L’utile (perdite) da investimenti è negativo per € 255,9 milioni e include principalmente € 230,4 milioni relativi a rettifiche degli avviamenti e € 31,1 milioni in larga parte attribuibili a svalutazioni dovute al citato passaggio del criterio di valutazione degli immobili, dal costo al fair value.
L’utile della gestione corrente al lordo delle imposte risulta pari a € 837,1 milioni. Al netto delle componenti non ricorrenti il dato è pari a circa € 417,1 milioni.
Le imposte sul reddito ammontano a € 226,0 milioni ed includono il carico fiscale del badwill[ii] per € 310,2 milioni.
L’utile di periodo si attesta pertanto a € 611,1 milioni e comprende un utile netto di pertinenza di terzi pari a € 24,9 milioni.
L’utile di periodo di pertinenza della Capogruppo è pertanto pari a € 586,2 milioni (€ 84,4 milioni nel terzo trimestre 2021).
I volumi di raccolta e crediti verso la clientela risultano in significativo aumento in seguito all’integrazione del ramo acquisito supportati inoltre da una positiva performance commerciale.
La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie designate al fair value) si attesta a € 97,9 miliardi (-0,6% rispetto a fine giugno 2021). All’interno dell’aggregato la componente principale è rappresentata dalla raccolta da clientela ordinaria che ammonta a € 94,0 miliardi, costituita principalmente da conti correnti e depositi per € 89,6 miliardi, in calo rispetto al trimestre precedente (-0,6%), in seguito ad azioni commerciali volte a ridurre l’eccesso di liquidità e favorire un approccio di investimento di medio/lungo periodo delle famiglie. La raccolta istituzionale, costituita interamente da obbligazioni, è pari a € 4,0 miliardi sostanzialmente allineata al secondo trimestre 2021 (€ 3,9 miliardi).
La raccolta indiretta da clientela è pari a € 166,2 miliardi, in crescita dello 0,7% rispetto a fine giugno 2021. All’interno dell’aggregato, la raccolta gestita aumenta a € 63,9 miliardi (+1,2% rispetto a fine giugno 2021), di cui € 18,4 miliardi relativi ad Arca Holding (al netto della quota di fondi collocata dalla rete del Gruppo BPER) anch’essa in crescita rispetto al trimestre precedente (+1,0%); il portafoglio premi assicurativi riferibile al ramo vita è pari a € 19,2 miliardi (+1,6% rispetto a fine giugno 2021); la raccolta amministrata si attesta a € 83,0 miliardi sostanzialmente invariata rispetto al trimestre precedente.
I crediti lordi verso la clientela sono pari a € 79,3 miliardi (+0,4% da fine giugno 2021). All’interno dell’aggregato, i crediti “performing” lordi sono pari a € 75,0 miliardi (+0,5% da fine giugno 2021), mentre quelli deteriorati lordi ammontano a € 4,4 miliardi con un’incidenza del 5,5% sui crediti lordi complessivi, in ulteriore calo rispetto al 5,7% di fine giugno (7,8% a fine 2020) grazie all’azione di derisking in corso.
Con riferimento alla composizione dei crediti deteriorati lordi, le sofferenze sono pari a € 2,4 miliardi; le inadempienze probabili si attestano a € 1,9 miliardi; i crediti scaduti ammontano a € 159,9 milioni.
I crediti netti verso la clientela sono pari a € 76,5 miliardi (+0,3% da fine giugno 2021). All’interno dell’aggregato, i crediti “performing” netti sono pari a € 74,5 miliardi (+0,5% da fine giugno 2021), mentre quelli deteriorati netti ammontano a € 2,0 miliardi, con un’incidenza sui crediti netti complessivi pari al 2,6% in calo rispetto al 2,8% del trimestre precedente (4,0% a fine 2020). Il coverage ratio del totale dei crediti deteriorati è in aumento a 55,3% (51,8% a fine giugno 2021).
Con riferimento alle singole componenti dei crediti netti deteriorati, le sofferenze nette sono pari a € 0,9 miliardi (-5,0% rispetto a fine giugno 2021) con un livello di copertura in crescita al 63,0% (60,9% a fine giugno 2021); le inadempienze probabili nette si attestano a € 1,0 miliardi (-15,0% rispetto a fine giugno 2021) con un livello di copertura in aumento a 48,4% (43,1% a fine giugno 2021); i crediti scaduti netti ammontano a € 121,8 milioni con una copertura pari al 23,9% (24,9% a fine giugno 2021).
La copertura dei crediti performing si attesta a 0,6% in linea con il dato di fine giugno 2021 pari a 0,6% (0,3% a fine 2020).
Con riferimento alle misure di sostegno erogate dal Gruppo BPER (incluso il ramo acquisito) destinate a famiglie e imprese per fronteggiare le ripercussioni economiche derivanti dall’emergenza pandemica, si segnala che le moratorie su crediti ancora attive sono pari a € 3,0 miliardi in termini di debito residuo, in calo del 7,2% rispetto a fine giugno 2021 (-62,8% rispetto al dato del primo trimestre 2021). I finanziamenti garantiti dallo Stato si attestano a € 6,9 miliardi in aumento del 6,3% rispetto a fine giugno 2021 (+13,8% rispetto al dato del primo trimestre 2021).
La posizione interbancaria netta risulta negativa per € 123,0 milioni determinata dalla differenza tra i crediti verso banche di € 23,2 miliardi e i debiti della stessa natura pari a € 23,3 miliardi. L’ammontare complessivo del rifinanziamento con la Banca Centrale Europea (“BCE”) del Gruppo BPER, interamente composto da fondi “TLTRO III” con scadenza triennale, risulta pari a € 18,4 miliardi. Gli strumenti finanziari utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato ammontano a € 30,9 miliardi al netto dell’haircut, di cui € 9,5 miliardi disponibili, ai quali si aggiungono € 21,4 miliardi di depositi presso la BCE.
Le attività finanziarie ammontano complessivamente a € 27,4 miliardi (20,5% del totale attivo). All’interno dell’aggregato, i titoli di debito ammontano a € 26,4 miliardi (96,2% del portafoglio complessivo) e includono € 12,2 miliardi riferiti a titoli governativi e di altri enti pubblici, di cui € 8,4 miliardi di titoli di Stato italiani.
I mezzi patrimoniali complessivi ammontano a € 6,9 miliardi, con una quota di patrimonio di pertinenza di terzi pari a € 0,2 miliardi. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato di periodo, si attesta pertanto a € 6,8 miliardi.
Per quanto riguarda gli indici di liquidità LCR (“Liquidity Coverage Ratio”) e NSFR (“Net Stable Funding Ratio”), al 30 settembre 2021 l’indice LCR è maggiore del 200%, mentre l’indice NSFR è stimato al di sopra del 100%.
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