24 Aprile 2021
Lo stallo sul Recovery prosegue e, anche tra i ministri, ci sarebbe chi non nasconde una certa apprensione in attesa di lumi sul Consiglio dei ministri. Lo rivelano alcune fonti di maggioranza all'Agi, parlando anche di una ricerca, sino ad ora parzialmente fruttuosa, di dettagli anche sul confronto in atto tra le forze politiche, e le diverse sedi istituzionali. A questo punto, si apprende ancora, la nuova convocazione del Consiglio dei ministri, inizialmente previsto stamani alle 10, potrebbe andare verso il tardo pomeriggio, se non anche arrivare alla mattinata di domani.
Doveva iniziare alle 10, all'ordine del giorno un'informativa del ministro Daniele Franco sul Recovery Plan. Ma a quanto si apprende, il Consiglio dei ministri rischia di slittare, "non si sa quando si fa", dice un ministro all'Adnkronos. Ci sarebbero, infatti, ancora nodi da sciogliere, a partire dal superbonus, che M5S e Fi chiedono di estendere al 2023, ma anche su altri punti, come le liberalizzazioni e quota 100. Si attende un nuovo orario di convocazione, ma il Consiglio dovrebbe comunque svolgersi in giornata.
Ma anche la cabina di regia, affidata a Palazzo Chigi con il contributo di ministri che, al momento, sono prevalentemente tecnici, ha creato qualche mal di pancia. La Lega, riferiscono fonti di governo, sarebbe intenzionata per ora a lasciare sotto traccia la questione quota 100, ma decisa ad alzare il tiro sullo stop alle aperture nei weekend dei centri commerciali - sparite dal dl sulle aperture - e sull'ascolto delle Regioni, ora a trazione Lega con la leadership della conferenza dei governatori in mano a Massimiliano Fedriga. Quanto al superbonus, i 5 Stelle dovrebbero avere rassicurazioni sulla 'copertura' fino al 2023 nel discorso che il presidente del Consiglio terrà alle Camere lunedì e martedì. Intanto proseguono le interlocuzioni con Bruxelles, dove il testo dovrà arrivare entro il 30 aprile.
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