11 Settembre 2024
Domenica 15 settembre alle ore 20 nell'ambito del festival MiTo nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano il Maestro Gianandrea Noseda, affermato direttore d’orchestra sinfonico e operistico dirigerà l’Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia nell'esecuzione di due capolavori del classicismo viennese, Concerto in Mi bemolle maggiore per due pianoforti e orchestra K. 365 di Wolfgang Amadeus Mozart e Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven. Verrà presentata anche una recente composizione del tedesco contemporaneo Jörg Widmann, che prende ispirazione dalle caratteristiche musicali dei movimenti veloci della Settima e dell’Ottava Sinfonia di Ludwig van Beethoven ricreate con simile “furore e impulso ritmico” per un complesso orchestrale con identiche caratteristiche strumentali. Widmann (1973, Monaco di Baviera) è uno dei più versatili e intriganti artisti della sua generazione. I pianoforti saranno suonati da due celebrità della tastiera, il canadese Jan Lisiecki e lo svizzero Francesco Piemontesi. Il Maestro Noseda arriva a questo appuntamento sull’onda degli importanti riconoscimenti ottenuti in questo ultimo anno e mezzo, che testimoniano il suo forte legame con il mondo germanico, dove è Generalmusikdirektor dell’Opera di Zurigo, e quello statunitense, dove è direttore musicale della National Symphony Orchestra. Nel primo si è fatto valere con l’esecuzione completa del Ring wagneriano, per il quale è stato indicato nel 2023 come miglior direttore d'orchestra dell'anno dalla critica tedesca che gli ha conferito il premio nel contesto dei prestigiosi “Oper! Awards” svoltisi in quella edizione il 27 di febbraio alla Dortmund Opera House. Nelle motivazioni del premio si legge: “Sotto la sua bacchetta, il “belcanto patriottico” wagneriano è più che una mera manifestazione di intenti, diviene suono splendente e narrativa cantata. Noseda è da lungo tempo conosciuto come un maestro del repertorio operistico italiano e una buona mano di quello russo e francese. Ora, a Zurigo, si è dimostrato essere anche un adepto di Wagner”. Nel secondo, fra tutti vale il titolo dell’articolo comparso sul Financial Times il 30 gennaio scorso a recensione di un suo concerto alla NSO: “La prova del potere di elevazione della musica”. Sottolineando come “la capacità di rendere il mondo un posto migliore”, il FT ha dato la migliore attestazione al convincimento del Maestro Noseda che la musica, unico linguaggio universale che accomuna l’umanità, sia uno strumento e un veicolo di pace e di dialogo tra i popoli: come egli stesso ha più volte, «La musica racchiude la vita, la storia, le passioni. Penso a Boris, a Kovanchina, drammi del potere e di un popolo. Se certi capi di Stato l’ascoltassero, forse prima di agire farebbero un pensiero di più». Forte e consolidata è anche la sua conoscenza della cultura musicale e operistica russa: egli è stato il primo direttore generale ospite del teatro Marinsky di San Pietroburgo, dove ha trascorso una decennale esperienza imparando il russo e respirando l’arte e la cultura russa. A lungo la musica è stata un ponte fra mondi contrapposti nell’era della Guerra Fredda e può tornarlo ad essere anche oggi: in questo Noseda può essere uno dei più autorevoli ambasciatori. Noseda inoltre ha cuore la qualità della musica che proviene dall’orchestra: dal 2011 ha raccolto una notevole collezione di strumenti di liuteria classica italiana, valutata in 5 milioni di dollari, che presta gratuitamente ai musicisti delle sue orchestre: alla sola National Symphony Orchestra di New York ben sette violini e una viola sono suoi. Egli investe parte dei suoi guadagni in strumenti di enorme pregio storico, artistico e musicale, mettendoli a disposizione dei musicisti che dirige per migliorare notevolmente la qualità del suono dell’orchestra. Un’azione a lungo segreta – i musicisti non sapevano a chi appartenessero gli strumenti - che solo di recente ha rivelato in un’intervista concessa per le pagine “Art&Style” del Washington Post del 16 aprile 2023. All’attività concertistica che lo vedrà impegnato in questi giorni in Italia, affianca una dedizione costante alla rappresentazione operistica: alla National Symphony Orchestra ha lanciato nella stagione scorsa l’iniziativa dell’opera in versione da concerto con Otello: prosegue quest’anno con un progetto molto ambizioso dedicato a Vanessa, l’opera di Samuel Barber che Noseda considera il più importante prodotto della scuola americana di composizione. L’opera sarà presentata al Kennedy Center in due serate (30 gennaio e 1° febbraio 2025) con un cast stellare e registrata per l’etichetta dell’orchestra (NSO). L’opera, scritta da Barber su un libretto dell’amico Giancarlo Menotti, vide la luce nel 1958 al MET per la direzione di Dimitri Mitropoulos e valse al compositore il Premio Pulitzer. Lo stesso anno l’opera fu presentata sempre sotto la direzione di Mitropoulos al Festival di Salisburgo. All’Opera di Zurigo, invece, dopo il trionfale successo del RING di Wagner presentato in due cicli nella stagione 2023/24, Noseda torna all’opera italiana e a Verdi in particolare, con una nuova produzione di Un ballo in maschera che apre l’8 dicembre 2024. Tra novembre e dicembre dirigerà anche una sontuosa ripresa di Der fliegende Holländer con la regia di Andreas Homoki e un cast da sogno che comprende Tomasz Konieczny nel ruolo titolo e Camilla Nylund come “Senta”: entrambi erano stato impegnati nel RING lo scorso anno, offrendo un contributo essenziale al successo del progetto. Noseda tornerà a Zurigo per chiudere la stagione con una nuova produzione della cantata Elias di Mendelssohn, messa in scena da Andrea Homoki come ultimo atto del suo mandato di Sovrintendente e Direttore Artistico dell’Opernhaus.
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