28 Luglio 2024
Non si sa moltissimo di questo quadro anche se giá recensito in molti cataloghi come 'opera di bottega' del Botticelli (nato Alessandro Filipepi, Firenze, 1445 – 1510) é andato all’asta a Londra il 3 luglio scorso, venendo aggiudicato per c.a 4 milioni di euro. Già nelle mani di numerosi proprietari, sconosciuti fino a inizio ‘900, dove figura nella collezione Rothschild (1842–1918), questa 'Vergine col bambino', sembra un'opera tarda di Botticelli e del suo studio. Dopo alcuni passaggi di mano, come dicevamo a inizio ‘900, il collezionista newyorkese A. Cohen lo vende in forma anonima tramite la casa d’aste Sotheby's il 17 gennaio 1985 a poche migliaia di dollari e poi all’asta 'Arte del Rinascimento', del 25 gennaio 2001, dove avviene il salto a 850.000 dollari di vendita, in quanto attribuito a Botticelli stesso da Everett Fahy, allora curatore del Metropolitan Museum of Art di New York, in seguito a radiografie e considerato definitivamente come prodotto degli anni '90 del Quattrocento. Ma è solo l’ultimo dei casi di Botticelli riscoperti: nel 2021 all'asta degli 'old masters' (Antichi maestri) di Christie's a New York, altro colosso delle aste internazionali, ne è stato venduto un altro simile a 1,35 milioni di dollari quando era stimato sui 600.000; passato di mano in mano a inizio secolo scorso con le stesse modalità dell'altro. Così anche una 'Madonna con bambino' battuta all'asta nel 2019 e aggiudicata a 3 milioni di euro circa. Tutte vendute a compratori anonimi, garanzia della policy della casa d'Aste. Non stiamo parlando dei Botticelli più costosi di tutti i tempi, come ad esempio un 'Giovaneuomo con medaglia', venduto per 92,2 milioni di dollari nel gennaio 2021, ma di opere inedite che solcano per la prima volta il milione di dollari e che stanno effettivamente alterando il mercato mondiale.
Opere che starebbero meglio in Italia, e che sono veramente tante. A che cosa é dovuto questo salto di qualità e quotazione? Non lo sappiamo con esattezza. In primis, considerate le attuali ferree leggi che difendono il patrimonio italiano basate soprattutto sul fatto che certe opere siano contestuali al paesaggio col quale creano un 'unicum', non vi è alcun dubbio che nasca indirettamente una corsa alla rivalutazione degli ‘italian old masters’ come bene rifugio da parte di collezionisti stranieri; ben inteso che lo Stato debba darsi da fare per ricomporre quello che è il più grande patrimonio culturale del mondo e che prima o poi tali opere dovranno tornare in Italia, ci chiediamo: a quale prezzo? Bisognerebbe prendere esempio dalle vicende degli eredi europei e statunitensi che hanno impiegato una vita ad ottenere la restituzione dei propri averi confiscati sotto il terzo reich, in quanto anche l’arte italiana appartiene a questo Paese inteso come collettività danneggiata dalla guerra. Sorge il dubbio che sia necessaria una vera politica di restituzione o acquisizione, non solo in presenza di sottrazioni ambigue; e che non si limiti alle sole istanze ai paesi e musei stranieri, come avvenuto di recente nei confronti del Louvre di Parigi, ma che sia necessaria una vera e propria strategia economica in tal senso. Ciò infatti non vale solo per i Botticelli ma per molti altri ‘Antichi Maestri’ come li chiamano oltralpe.
Nella stessa asta d’inizo luglio infatti appare anche una pala d’altare di Giovanni di Corraduccio (1404 -1437) attivo principalmente in Umbria e Marche, e Bicci di Lorenzo (Firenze, 1373 - 1452), anch’esso rinascimentale; opere in origine parte di un corredo sacro, in quanto pale d’altare e che, sottratte alle chiese rinascimentali di origine, rappresentano una triste mancanza e un grave danno per il patrimonio monumentale italiano.
Di Davide Tedeschini.
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