22 Luglio 2024
APPROFONDIMENTO STORICO AL CAPITOLO XXIX - NERONE
Nerone (Anzio, 15 dicembre 37 – Roma, 9 giugno 68) fu il quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia. Successe allo zio e patrigno Claudio nel 54 e governò per 14 anni. La sua immagine ci è stata tramandata dagli storici latini in modo del tutto negativo: ciò è dovuto al fatto che durante il suo principato prevalsero intrighi e omicidi. Il diritto romano fu sempre più tralasciato a favore di un dispotismo tirannico che nasceva anche dalla concezione ellenica che egli aveva sul suo ruolo di principe quasi divino. In tal senso egli si impegnò in una politica di netta opposizione alla classe senatoriale, unica parte della società che poteva arginare il suo potere assoluto, in modo simile a quanto fece l’imperatore Caligola, suo zio; la sua tendenza teocratica fu del resto sempre invisa alla maggioranza degli storici antichi e agli aristocratici. Per questo il senato lo depose e Nerone si suicidò il 9 giugno 68. L’immagine negativa di Nerone è stata tramandata anche dagli storici cristiani in quanto è stato l’autore delle prime persecuzioni, dove furono martirizzati moltissimi cristiani e i vertici della Chiesa Romana, cioè San Pietro e San Paolo. Nerone va anche ricordato per aver fatto costruire una delle più belle ville residenziali di tutti i tempi: la Domus Aurea. I rivestimenti in oro che le diedero il nome non erano gli unici elementi stravaganti dell’arredamento: vi erano soffitti stuccati intarsiati di pietre semi-preziose e lamine d’avorio. La residenza dell’imperatore giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell’Esquilino (il colle Oppio) e parte del Celio. La maggior parte della superficie era occupata da giardini, che comprendevano boschi e vigne, e nella piccola valle tra i tre colli esisteva un laghetto, in parte artificiale, sul sito del quale sorse più tardi il Colosseo. Una colossale (da cui deriva proprio il nome “Colosseo”) statua in bronzo di 37 metri raffigurante sé stesso fu posta di fronte all’entrata principale del palazzo sul Palatino.
“Nerone e il grande incendio di Roma”, di K. T. von Piloty
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