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Storia de Roma Antica - Capitolo XVIII - SCIPIONE EMILIANO / III GUERRA PUNICA - Approfondimento storico

01 Maggio 2024

Storia de Roma Antica - Capitolo XVIII - SCIPIONE EMILIANO / III GUERRA PUNICA - Approfondimento storico

APPROFONDIMENTO STORICO AL CAPITOLO XVIII - SCIPIONE EMILIANO / III GUERRA PUNICA

Publio Cornelio Scipione Emiliano, detto anche Africano minore (185 a.C. – 129 a.C.), nel 147 venne nominato console e fu mandato a Cartagine per risollevare le sorti di una guerra apparentemente persa, nonostante fosse stata fortemente voluta da Roma stessa (vedi nota ¹ a pag. precedente). Prima salvò il console Lucio Mancino che, isolato da un contrattacco dei nemici, correva addirittura il rischio di morire di fame, poi, con una diga di tre metri, bloccò il porto attraverso il quale Cartagine si riforniva di viveri e armi. I cartaginesi scavarono un tunnel-canale per poter rifornire la città e riuscirono addirittura a costruire cinquanta navi, ma la rapidità di Scipione fu a loro fatale: la flotta fu distrutta e il tunnel-canale chiuso e presidiato. L’agonia della città durò per tutto l’inverno: senza più viveri e attaccata da una pestilenza, Cartagine era allo stremo delle forze. Scipione non forzò l’attacco e ordinò l’assalto solo nel 146: Lelio e le sue truppe scelte conquistarono il porto militare e il foro. I sopravvissuti impegnarono i Romani in una disperata battaglia per le strade della città, di casa in casa, che si protrasse per circa quindici giorni. Furono usati tutti i mezzi per rallentare l’inesorabile avanzata dei legionari. Ma l’esito era scontato. Per risparmiare le sue truppe Scipione emanò un bando che prometteva salva la vita a chi si arrendeva. Accettarono in 50.000 fra cui Asdrubale, comandante in capo dell’esercito nemico. Dopo aver recuperato alcune opere d’arte che i cartaginesi avevano preso in Sicilia fra cui il Toro di Agrigento e la Diana di Segesta, Scipione abbandonò la città al saccheggio dei suoi soldati. Cartagine, la possente regina del Mediterraneo che aveva fatto tremare Roma, fu rasa al suolo e bruciata, le mura abbattute, il porto distrutto. La città fu sparsa di sale in modo tale che nulla potesse più crescere sul suo suolo: la III guerra punica era terminata e Roma era diventata padrona del Mediterraneo.

Ricostruzione storica di Cartagine

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