26 Aprile 2024
APPROFONDIMENTO STORICO AL CAPITOLO XVI - ATTILIO REGOLO / I GUERRA PUNICA
Annibale Barca (Cartagine, 247 a.C. – Lybissa, 182 a.C.) marciando dalla Spagna attraverso i Pirenei, la Provenza e le Alpi, scese in Italia e sconfisse le legioni romane in molti scontri, ma soprattutto in tre combattimenti principali: battaglia della Trebbia (218 a.C.), battaglia del Lago Trasimeno (217 a.C.) e battaglia di Canne (216 a.C.). Era un condottiero abilissimo e avrebbe certamente conquistato l’Italia, se Roma non avesse avuto due eccellenti strateghi che risollevarono le sorti della guerra: Quinto Fabio Massimo che, eletto dittatore, seguì Annibale e puntò al suo logoramento mediante una tattica di guerriglia cercando di stremarne le forze (da cui l’appellativo di Temporeggiatore) evitando accuratamente scontri frontali, e di fatto impedì ad Annibale di avvicinarsi a Roma, e il console Publio Cornelio Scipione Africano che prima portò la guerra in Africa, poi si alleò col re numida Massinissa con l’intenzione di usarne la cavalleria, molto più adatta alle nuove tattiche belliche di quella romana. Cartagine cercò di intavolare trattative di pace, ma Scipione sconfisse le forze di Asdrubale e Siface in due consecutive battaglie. Nel 203 a.C. Annibale fu richiamato in patria e il suo arrivo a Cartagine ridiede il vantaggio al partito della guerra che lo pose alla testa delle truppe, un misto di milizie cittadine, veterani e mercenari. Nel 202 a.C. dopo un’inutile conferenza di pace con Scipione si scontrò con lui nella battaglia di Zama. Scipione, che ormai conosceva le tattiche belliche dell’avversario, paradossalmente le usò contro il loro inventore e la cavalleria numidica di Massinissa sbaragliò quella cartaginese. Inoltre, le disaggregate forze cartaginesi non poterono reggere al confronto con l’esercito romano, ottimamente allenato e disciplinato. La sconfitta di Annibale a Zama pose fine alla residua resistenza di Cartagine e alla II guerra punica.
“Annibale in marcia verso l’Italia”, di Edgar Sanderson
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