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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Conservatorismo liberale, elementi del pensiero politico di Benedetto Croce il filosofo non laureato. Seconda parte

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto" Benedetto Croce - «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

11 Agosto 2023

Conservatorismo liberale, elementi del pensiero politico di Benedetto Croce il filosofo non laureato. Seconda parte

“Politica in nuce” (1924) apre la seconda parte della filosofia politica di Benedetto Croce, indirizzandola verso l’area liberale. Ritorna l’avversione nei riguardi dell’egalitarismo, la sovranità, in definitiva, non è prerogativa di alcuna componente dello Stato, perché si concretizza nella dinamica dei suoi vari elementi: “il sovrano è Dio o l’Idea o la Storia (omnis potestas a Deo), cioè a mutare quella questione senza senso in un’altra che ha senso”.1 Per Croce tutti gli stati sono contemporaneamente democratici, aristocratici e monarchici, in quanto la collaborazione è di tutti, il consiglio di pochi e la risoluzione di uno. I “machiavellismi” sono strumenti necessari alla politica, ma superiore è senza dubbio la politica che si pone al servizio della morale. Scrive Croce, lo Stato è una “forma elementare e angusta della vita pratica, dalla quale la vita morale esce fuori da ogni banda e trabocca, spargendosi in rivoli copiosi e fecondi; così fecondi da disfare in perpetuo la vita politica stessa e gli Stati, ossia costringerli a rinnovarsi conforme alle esigenze che ella pone”.2 Si tratta dell’architettura intorno allo stato etico o di cultura, non si tratta di una impalcatura statuale anti individualistica (luogo naturale in cui il cittadino svolge la sua vita etica), ma di uno Stato animato dal progresso morale o meglio ispirato agli ideali morali, dove alberga la libertà che rimuove costantemente gli ostacoli che impediscono la completa realizzazione dell’uomo, eliminandone eventuali ostacoli. Lo Stato etico è liberale. Croce stigmatizza sia l’assolutismo monarchico sia l’impero napoleonico, fasi della storia nelle quali la libertà è presente in modo scarso o comunque insufficiente, portando come ottimo esempio invece l’epoca liberale fiorita nella prima metà dell’Ottocento in Europa, ancora il Regno d’Italia non oltre il 1925, i moderni paesi anglosassoni sono la concretizzazione della libertà. Vengono ripresi in modo più solido e originale temi già apparsi disorganicamente negli scritti di Constant e di Guizot. Benedetto Croce elogia il metodo di governo del ministero britannico Canning. La classe media dell’intelligenza e della cultura (ritorna il tema restaurazionista) è la luce dello Stato morale ed etico in sintesi liberale, che si oppone, e si opporrà sempre all’oscurità della tirannia. Non viene però nascosta negli scritti crociani una evidente avversione verso le democrazie del “suffragio universale”, il volgo e le masse non solo non sono protagoniste della storia, ma, in definitiva vivendo di emozioni e non avendo competenze sufficienti intorno alle problematiche politiche, creano un vulnus quantitativo istituzionale, al quale solo i partiti d’area conservatrice e liberale riescono a porre rimedio e beneficio seguente, è la funzione di pregio dello Stato morale ed etico crociano.

 

1 Politica in nuce, in Etica e politica, Bari 1943(2), p. 224

2 Ivi, p. 233

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