09 Novembre 2022
fonte LaStampa
"Possa questo pettine debellare i pidocchi dai capelli e dalla barba". È una semplice preghiera contro i pidocchi, quella che da oggi sarà considerata la frase più antica mai scritta, nell’alfabeto più antico del mondo. L'analisi dei segni ha confermato che si tratta di scrittura 'proto-cananea', inventata oltre 3700 anni fa. L’iscrizione comprende 17 lettere che formano 7 parole, incise su un oggetto di lusso: un pettine d’avorio a doppio bordo ritrovato nel sito archeologico di Lachish, in Israele.
Il ritrovamento dell’oggetto degno di nota, è avvenuto nel sito archeologico di Lachish, in Israele. “L'iscrizione è molto umana”, ha dichiarato il professor Yosef Garfinkel, archeologo dell'Università Ebraica di Gerusalemme, che ha contribuito a dirigere gli scavi. “C'è un pettine e sul pettine c'è il desiderio di distruggere i pidocchi sui capelli e sulla barba. Oggi abbiamo tutti questi spray, medicine moderne e veleni. In passato non c'erano”.
Il reperto, che misura 3,5 cm per 2,5 cm, è stato scoperto nel 2017, ma le incisioni sono state individuate solo nel dicembre dell’anno scorso. L'analisi dei segni ha confermato che si tratta di scrittura proto-cananea, il primo alfabeto inventato oltre 3700 anni fa, anche se i ricercatori ritengono che l’oggetto sia stato realizzato intorno al 1700 a.C..
Per quanto riguarda le sue condizioni, il pettine è usurato ed ha perso alcuni denti, ma i pezzi rimasti mostrano che un tempo da un lato aveva i denti distanziati per districare i nodi dei capelli, mentre dall’altro erano presenti i denti stretti per rimuovere i pidocchi e le relative uova.
Ulteriore prova dello scopo per cui era utilizzato è arrivata quando i ricercatori lo hanno esaminato al microscopio ed hanno identificato le membrane esterne degli stadi di ninfa dei pidocchi, rimasti sino ad oggi sullo strumento.
"Il fatto che questa iscrizione riguardi la vita ordinaria è particolarmente affascinante", ha dichiarato Christopher Rollston, professore di lingue semitiche nord-occidentali presso la George Washington University. Ci si rende conto di come le problematiche ed i bisogni della specie umana non cambino nel tempo, ma di come si modifichino soltanto usi e modalità per la loro risoluzione.
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