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L’ideologia gender da Smemoranda a Peppa Pig

10 Settembre 2022

Peppa Pig introduce coppia lesbica, il web si ribella: "Lasciate vivere i bambini in pace"

Peppa Pig, coppia lesbica

di Marco Pozzi

Interno. Giorno. Cartoleria. Una giovane mamma e la figlia di 10/11 anni si aggirano per gli scaffali. Iniziano a selezionare penne, matite, evidenziatori, quaderni.

Il rito propiziatorio per l’inizio dell’anno scolastico che sancisce la fine dell’estate.

Sto cercando un quaderno per gli appunti “volanti”. Fogli bianchi, senza righe, non troppo voluminoso e pesante. Semplice. Come le agende che mi hanno accompagnato alle medie e al liceo.

Mi piaceva riempirle di annotazioni, citazioni, appunti, ritagli.

Ognuna era il racconto fedele di un personalissimo spazio interiore e dell’evoluzione quotidiana in un intreccio che fondeva greco e latino con la manifestazione politica e Dante con la fidanzata del momento. Un palinsesto emotivo, culturale e politico.

Intanto la bambina sta decidendo da quale agenda fare scandire le sue giornate durante il nuovo anno scolastico. Ecco, ha scelto: Smemoranda.

Appena se ne va mi avvicino alla sezione dedicata alle agende e inizio a sfogliare la più famosa e, credo, venduta agenda scolastica.

Mi colpisce la densità di contenuti. Un horror vacui che bandisce le pagine bianche. Peccato, non c’è spazio per la ricerca individuale, per il vuoto da riempire o, perché no, da contemplare. Un (altro) piccolo passo verso l’impoverimento culturale e l’omologazione. Stesse frasi, stesse citazioni, stesse illustrazioni.

Un laboratorio per diffondere in modo gentile e divertente un unico approccio mentale e culturale. Una serra in cui si coltiva il pensiero unico.

“Quest’anno il titolo che ha ispirato i contenuti della nuova edizione è Fuori!: scoprire il mondo, essere fuori dagli schemi e dagli stereotipi per apprezzare tutte le identità ed essere più inclusivi possibile. E anche un invito ad accettarsi, ricordandosi che non c’è niente di male a essere un po’ “fuori”.”

Questa è la descrizione del processo creativo che ha prodotto l’ultima edizione di Smemoranda. Un’esortazione a ridisegnare il perimetro del proprio approccio culturale e sociale includendo anche ciò che normalmente è escluso.

In linea di principio è più che condivisibile, come ogni atteggiamento che contribuisca ad ampliare le prospettive.

Sfogliando l’agenda mi imbatto in pagine piene di battute, illustrazioni, citazioni, contributi di comici e personaggi (più o meno) noti. Poi atterro su due pagine rosa della sezione Sex Education dedicate all’identità di genere.

Un mini concentrato di ideologia gender.

I concetti sono esposti in tono dottrinale ed ecumenico, quello delle cose buone&giuste, anzi “cool”, a cui è necessario aderire e adeguarsi per evitare l’esclusione sociale.

Non ho invece trovato una pagina, nemmeno una citazione, dedicata alla Libertà.

Inesorabilmente la società liquida cara a Popper sta diventando sempre più fluida.

Chi non si uniforma è un pericoloso ostacolo per il mondo “nuovo” disegnato dagli strateghi del globalismo.

Ecco allora che il binomio gay/fluid Blanco&Mahmood vince l’ultima edizione del Festival di Sanremo e alla 79 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia impazza il look fluido con cui il divo della generazione Z Timothée Chalamet si è presentato all’anteprima di “Bones and All” di Luca Guadagnino.

Non si salvano nemmeno i programmi dedicati ai più piccoli: la celeberrima serie dedicata alla maialina Peppa Pig si è adeguata al politicamente corretto inserendo una  bella “famiglia arcobaleno” con due mamme lesbiche.

Del resto le piattaforme di diffusione di contenuti digitali promuovono da tempo il credo gender. Netflix, Amazon, Disney impongono silenziosamente la fluidità ai produttori di contenuti e, quindi, agli utenti.

La società dello spettacolo, insieme alla scuola, è fondamentale per diffondere il credo gender. Manca all’appello lo sport ma si troverà presto un alfiere dell’ideologia gender anche tra gli sportivi di punta.

Il caso della contrapposizione tra Disney e il governatore della Florida Ron De Santis salda in sé politiche scolastiche e mondo dello spettacolo in modo emblematico.  Il governatore De Santis ha infatti ottenuto l’approvazione di una legge che ha revocato i privilegi fiscali concessi da oltre 50 anni alla Disney dallo stato della Florida in seguito all’opposizione del colosso dell’animazione alla legge che limita la diffusione delle tematiche gender nelle scuole voluta dal governatore.

Nonostante qualche esempio in controtendenza è evidente che siamo di fronte all’ennesima battaglia asimmetrica in cui la sproporzione delle forze in campo è palese.

Penso al recente caso irlandese del professor Burke della Wilson’s Hospital School.

Dopo essere stato sospeso per essersi rifiutato di utilizzare i pronomi della neo lingua gender per rivolgersi a un suo studente, il professore ha fatto appello al tribunale per tutelare il proprio diritto all’insegnamento e alla libertà di espressione.

Il ricorso davanti al giudice si è concluso con l’arresto del professore per oltraggio alla corte.

Alla cassa vorrei avere la forza per convincere la giovane mamma in coda davanti a me ad acquistare una “vecchia” agenda, in cui siano indicate solo le date, con tante pagine vuote. Vorrei avere la forza di parlarle per tessere l’elogio delle pagine bianche da riempire di senso o, anche, da lasciare vuote.

Come le ore e i giorni che scorrono inesorabili mescolando il sublime al banale .

 

 

 

 

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