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Gorizia, Lidia Kocharyan esclusa dal concorso musicale per le sue origini russe: "Io discriminata. Arte e politica devono essere sempre separate" - ESCLUSIVA

La violinista Lidia Kocharyan ai microfoni de Il Giornale d’Italia rilascia un’intervista esclusiva dopo l’espulsione dal concorso musicale di Gorizia per la sua nazionalità e rivela: “Non è la prima volta che accade a noi artisti”

13 Giugno 2022

Gorizia, Lidia Kocharyan esclusa dal concorso musicale per le sue origini russe: "Io discriminata. Arte e politica devono essere sempre separate”

Fonte: Facebook Lidia Kocharyan

Lidia Kocharyan, giovane violinista originaria di San Pietroburgo che oggi lavora presso l’Opera Ballet Vlaanderen, dopo essere stata esclusa, insieme ad altre due colleghe, dal concorso internazionale di violino indetto dalla Scuola di musica Rodolfo Lipizer solo per le sue origini russe, fa sentire la sua voce e ai microfoni de Il Giornale d’Italia afferma: “Sono stata apertamente discriminata per la mia nazionalità. Purtroppo però non è la prima volta che succede”. E sul dietrofront fatto dagli organizzatori del concorso di Gorizia non ha dubbi: “Ci chiedono di condannare il nostro Paese, questo è un ricatto”.

Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai ricevuto la lettera di esclusione?

La lettera che ho ricevuto mi ha scioccata. Vivo in Belgio dal 2015 e ho origini armene, non me l'aspettavo. Ma non è la prima volta purtroppo che, durante gli ultimi mesi, ho vissuto episodi del genere a causa della mia nazionalità.

Cosa ne pensi di questa "persecuzione" degli artisti russi da quando è scoppiata la guerra in Ucraina?

La trovo profondamente ingiusta, perché l'arte e la musica devono essere tenute separate dalla politica. Non hanno niente a che vedere con il conflitto. Da violinista e musicista voglio essere in grado di fare il mio lavoro e crescere. Hanno apertamente discriminato me e due miei compagni violinisti solamente sulla base della nazionalità e del luogo di nascita. Eppure, nel regolamento della competizione c'era scritto che la gara era aperta a tutti.

E il dietrofront fatto dagli organizzatori del concorso? Cosa ne pensi della loro decisione di riammettervi?

Un paio di giorni fa l'associazione Lipizer ci ha mandato un'altra lettera. Che consideriamo un vero e proprio ricatto. Lorenzo Qualli (Presidente associazione Lipizer, ndr) vuole una nostra condanna su quanto sta avvenendo a livello internazionale per poterci riammettere alla gara. Ma nelle regole della competizione non c'è scritto che dobbiamo dichiarare le nostre idee politiche per poter partecipare. Non ha niente a che vedere con la competizione! Ed è altrettanto chiaro che con questa misura l'associazione vuole mitigare il danno che hanno arrecato al loro nome. Questo è ricatto! Ovviamente non supportiamo il conflitto, ma è ridicolo questa cosa che dobbiamo dichiararlo pubblicamente, quasi come a dover giustificarci. Perché l'associazione ci vuole trascinare in dispute politiche? Non siamo tenuti a dire a nessuno ciò che pensiamo! E non hanno neanche chiesto scusa per il modo in cui siamo stati trattati.

Il mondo dell’arte e della politica dovrebbero quindi essere tenuti separati?

Certo, dovrebbero esserlo sempre! Quello che sta succedendo non ha senso. In tutto questo però una nota positiva: l'amministrazione locale di Gorizia e in particolare il sindaco Rodolfo Ziberna ci sono stati molto vicini e ci hanno supportati. Un ringraziamento anche all'Orchestra FVG (Friuli Venezia-Giulia, ndr) che si è rifiutata di suonare in solidarietà con noi.

(di Giorgia Belfiore e Davide Arcidiacono)

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