10 Maggio 2022
SCRITTI PANDEMICI
“C'è una Bibbia su quello scaffale laggiù. Ma la tengo vicina a Voltaire: veleno e antidoto.” (Bertrand Russell)
Agnostico, grande ammiratore di Voltaire (il più arguto dei filosofi) e di Bertrand Russell (consiglio a tutti la sua raccolta di saggi: “Perché non sono cristiano), mi sono appassionato al dibattito in merito al Codice Ratzinger.
In estrema sintesi, Papa Benedetto XVI non avrebbe abdicato ma soltanto rinunziato al Ministerium (esercizio amministrativo del potere). Di conseguenza, Papa Francesco sarebbe colui che amministra il papato, ma il Munus apostolico (il titolo di Papa, l’investitura a guidare la chiesa) apparterrebbe tutt’ora a Benedetto XVI, il quale infatti si veste da Papa, impartisce benedizioni apostoliche, risponde su carta intestata col sigillo papale.
Le prove sono molteplici e tutte estremamente convincenti. Gli studi condotti da Andrea Cionci, il libro di Mons. Georg Gaenswein, i chiarimenti del latinista Gian Matteo Corrias sono soltanto alcuni tra i molteplici documenti probatori. Da avvocato con più di trent’anni di esperienza nelle aule di giustizia, io sono personalmente assolutamente convinto che l’unico Papa sia Benedetto XVI. Ma quale rilevanza può avere l’opinione di un agnostico qualsiasi? Certamente nessuna! E allora perché non scrivo di un altro argomento?
La risposta è che questa questione è di capitale importanza per tutti noi. Proprio oggi, i media nazionali commentano con entusiasmo una letterina nella quale Bergoglio rassicura gli omosessuali: “La chiesa è madre e non rifiuta i cattolici Lgbt… Una chiesa “selettiva”, di sangue puro, non è la Santa Madre Chiesa ma piuttosto una setta”.
Vi sono tre aspetti del pontificato di Bergoglio che indipendentemente dal fatto se sia o meno il Papa lo rendono indegno del Munus apostolico: il primo è l’ecumenismo, il secondo l’inclusività, il terzo l’apostasia.
Con l’adesione all’ecumenismo, Bergoglio dimostra di avere abbandonato la missione dell’evangelizzazione. Per lui, ecumenista, tutte le religiosità meritano identico rispetto. In nome del rispetto di ogni religiosità, Bergoglio ha persino partecipato a riti pagani in Vaticano!
Con la letterina, conferma l’incondizionata adesione all’inclusività. La chiesa non deve essere selettiva, di sangue puro…
Con le sue sbalorditive affermazioni in merito al fatto che Dio salverà tutta l’umanità (e di conseguenza nessuno andrà all’infermo, che “non esiste”, questo avrebbe riferito nel corso di un colloquio a Eugenio Scalfari), Bergoglio si conferma apostata e come tale eretico (e secondo autorevoli canonisti, il Papa eretico, decade dal Munus…).
Va bene, il mondo va dritto verso una catastrofe nucleare, guidato da un vecchio petomane ormai completamente suonato e da un judoka ex agente del KGB che già nei tratti somatici – con un gatto bianco in braccio – sarebbe perfetto nella parte del capo della Spectre. Disquisire di eresia è, in effetti, un passatempo da sofista annoiato. Ma a me questa ammucchiata tra papato e resto del mondo, questa immagine di una grande società umana di cui tutti fanno parte per il fatto stesso di essere figli di Dio, tutti ugualmente destinati al Paradiso ripugna profondamente.
L’Europa rifiuta l’eredità cristiana, il Papato è amministrato da un eretico e l’Italia si rallegra della bontà di Bergoglio, tanto inclusivo da rinunziare alla missione evangelizzatrice della chiesa e da non fare distinzione tra peccatori (i sodomiti evangelici) e ferventi cattolici.
Andiamo alla deriva sventolando i vessilli della modernità, le bandiere arcobaleno (e i cartelli “tutto andrà bene”). Presto, l'Inferno verrà cancellato persino dalla Divina Commedia, in nome della cancel culture che già abbatte le statue di Cristoforo Colombo.
Non so perché ma proprio io, agnostico e peccatore, ho una gran paura che ci aspetti un brutto castigo.
Di Alfredo Tocchi
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