17 Dicembre 2025
Irina Khodossevitch, pianista, è stata intervistata da Il Giornale d'Italia, in occasione del Concerto in onore dei Carabinieri Caduti tenutosi al Centro Internazionale di Brera, dove ha parlato del suo incontro precoce con il piano e del suo rapporto con la musica.
Come è nata la tua collaborazione a questo evento?
La collaborazione a questo evento è nata attraverso l'amministratore del Centro Brera, Stefano Carluccio, che ha avuto questa fantastica idea di dedicare la serata ai Carabinieri d'Italia e ai Carabinieri caduti. Quindi il merito è tutto suo e poi mi ha chiesto se io volevo partecipare a questo concerto e sono stata felice di partecipare.
Come è nato il tuo incontro con la musica?
Sono partita con la musica, ho cominciato a suonare quando avevo 5 anni, mi hanno regalato un piccolissimo pianoforte, il giocattolo da cui è nato l'amore per il pianoforte e poi è continuato fino adesso, quindi tutta la vita praticamente.
Quanto è importante la musica per curare o lenire il dolore di una perdita?
Allora io credo che la musica è la nostra anima, l'espressione che noi abbiamo nella musica, la musica è l'espressione della nostra anima, è come un quadro per un pittore. La musica è dentro ogni persona.
Qual è il pezzo che suonerai che più ti si avvicina, più ti piace?
Mi piace molto Rachmaninov, è un compositore molto profondo con la tematica e la musicalità molto vicino al mio carattere. Io provengo da San Pieterburgo e lui era nato lì vicino e quindi faremo una preghiera di Rachmaninov che potete riconoscere perché sta nel secondo concerto di Rachmaninov come seconda parte lenta, è stato scritto inizialmente per violino e pianoforte e poi dopo è inserito nel secondo concerto di Rachmaninov, molto bello.
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