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Dieci scrittori salgono sul palcoscenico e si tolgono la maschera: il nuovo libro di Mariagloria Fontana

21 Aprile 2022

Dieci scrittori salgono sul palcoscenico e si tolgono la maschera: il nuovo libro di Mariagloria Fontana

Esce in libreria Affari di Libri, il libro intervista di Mariagloria Fontana a 10 scrittori italiani tra i più interessanti. Cinque autrici: Teresa Ciabatti, Viola Di Grado, Chiara Gamberale, Lisa Ginzburg, Nadia Terranova e cinque autori: Roberto Cotroneo, Andrea Pomella, Marco Missiroli, Luca Ricci, Emanuele Trevi.

 

Dieci scrittori salgono sul palcoscenico e si tolgono la maschera. Si sbarazzano delle loro storie e dei loro personaggi e raccontano se stessi. Tra professione e vita privata, strumenti del mestiere e ossessioni, in queste dieci interviste emerge il romanzo che sta dietro la scrittura, quello di cui sono gli scrittori i veri protagonisti.

Mariagloria Fontana, giornalista e conduttrice radiofonica, ha incontrato dieci autori dentro e fuori il suo programma, in onda e fuori onda, tra un caffè e un messaggio vocale, per cercare la risposta alla più insondabile delle questioni: che cos’è la scrittura e chi è uno scrittore? Può essere una voce libera nella disputa per la ricerca della verità?

 

Come ha selezionato gli scrittori e le scrittrici per il suo libro?

Di nomi interessanti nella narrativa italiana ce ne sono diversi, ne mancano alcuni nel mio libro, ma mi sono avvicinata a questi dieci scrittori pensando di mettere insieme talento e umanità, vita professionale e vita privata. Prendendo spunto sia dalla loro scrittura che dalla loro esistenza che mi sembrava singolare raccontare.

 

Ci dice, brevemente, cosa l’ha colpita di ciascuno di loro?

Di Emanuele Trevi la profondità della sua scrittura, di Chiara Gamberale il rapporto con i suoi lettori. Di Roberto Cotroneo la misura, di Viola Di Grado la capacità di essere qui e altrove contemporaneamente, un’ubiquità esistenziale. Di Teresa Ciabatti l’autocritica feroce, spietata, e il mettersi in gioco, di Andrea Pomella la lucidità. Di Lisa Ginzburg la capacità di analisi, di Nadia Terranova lo spessore emotivo. Di Marco Missiroli la determinazione, infine, di Luca Ricci l’istrionismo.

 

Lei pone delle questioni fondamentali come: chi è uno scrittore, che cos’è la letteratura, che ruolo ha nella società uno scrittore. Ha trovato delle risposte?

La scrittura è la risposta stessa, la letteratura lo è. Penso a quanto i grandi scrittori di tutti i tempi abbiano contribuito alla formazione di tutta l’umanità, al nutrimento del nostro immaginario e delle nostre anime. Leggiamo troppo poco, infatti manca proprio il nutrimento dell’anima in questa nostra epoca così lacerata dalla disumanità della guerra.

 

In esergo cita la regista, sceneggiatrice e scrittrice statunitense Nora Ephron (19 maggio 1941-26 Giugno 2012), che dichiara un amore quasi tradito nei suoi confronti da parte del giornalismo e della verità.

Nora Ephron è stata ed è una delle donne che mi hanno educato culturalmente ed esistenzialmente. La citazione è tratta da uno dei suoi  racconti contenuti nel libro ‘’Non mi ricordo niente’’. Con immensa ironia e leggerezza è riuscita a dire delle verità profonde e ineludibili nel cinema, nel giornalismo di costume, nei libri. Ci ha insegnato a ridere di noi, dei nostri dolori, delle nostre tragedie personali come ha fatto lei stessa con il tradimento, con i divorzi e persino, anni dopo, ricordando la madre alcolizzata. Anche il titolo ‘’Affari di Libri’’ è mutuato dal suo romanzo ‘’Affari di Cuore’’, che poi, in verità, il titolo originale era un’atra cosa, Heartburn. Celebre il suo discorso al Wellesley College nel maggio 1996, l’università femminile nella quale si laureò nel 1962, in cui disse, tra le altre cose, rivolgendosi alle studentesse neolaureate: ‘’ Spero che troviate un modo di rompere le regole e creare scompiglio. E spero che lo facciate non solo per voi stesse, ma per tutte le donne’’.

 

Cosa la affascina della figura del romanziere?

Il ‘’fallimento’’ per dirla con William Faulkner, perché come dice lui ‘’nessuno è mai riuscito a essere all’altezza del suo sogno di perfezione’’. Provare, riprovare, scrivere, riscrivere, rispondere solo ai propri ‘’demoni’’, questo fa uno scrittore. Faulkner sostiene che se lo scrittore riuscisse ad arrivare a corrispondere all’altezza del suo sogno non gli resterebbe altro che tagliarsi la gola. Lui stesso si definisce testualmente ‘’un poeta fallito’’.

Ci racconta qualche curiosità su questi dieci scrittori?

Trevi ha delle mappe geografiche sulle pareti del suo salotto, Gamberale ha un piano della sua casa dedicato ai giochi della figlia Vita, Ciabatti guarda in tv Uomini e Donne, Cotroneo fotografa solo donne, Ricci venne la prima volta in radio da me sorseggiando una birra, Ginzburg, sempre in radio, si immalinconì perché era la ricorrenza del due novembre, Missiroli si definisce un personaggio di Philip Roth, Terranova ha un dottorato universitario in filosofia, Pomella, una delle penne più brillanti, fa un lavoro da impiegato, Di Grado, forse la più precoce, da bambina scriveva già i primi racconti e aveva deciso per un periodo che avrebbe smesso di parlare.

Che cosa hanno in comune?

Rappresentano il meglio della letteratura italiana contemporanea e sono la testimonianza di un momento proficuo per l’editoria nonostante quello che si dichiara sempre ovvero la morte del libro cartaceo e la scomparsa del talento. Teresa Ciabatti, Roberto Cotroneo, Viola Di Grado, Chiara Gamberale, Lisa Ginzburg, Marco Missiroli, Andrea Pomella, Luca Ricci, Nadia Terranova, Emanuele Trevi, confermano con la loro scrittura e i loro libri la vitalità della narrativa italiana.

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