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miart 2022, nella lounge di Intesa Sanpaolo spazio per cinque artisti emergenti

Dall’1 al 3 aprile “Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti” : Paola Angelini, Sabrina Casadei, Rudy Cremonini, Diego Gualandris e Giuseppe Mulas in mostra al Miart. A scegliere gli artisti il curatore Luca Beatrice

28 Marzo 2022

Miart 2022,  nella lounge di Intesa Sanpaolo spazio per cinque artisti emergenti

Michele Coppola, Giovanni Bazoli, Andrea Ghidoni

Intesa Sanpaolo, da anni Main Partner di miart, porta alla fiera milanese una vera e propria mostra di cinque giovani artisti emergenti selezionati dal curatore Luca Beatrice. La mostra si terrà presso l’area lounge della Banca (fieramilanocity_MiCo, Viale Scarampo – Gate 5, Pad. 3).

“Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti”, la mostra di Intesa Sanpaolo al miart

Dall’1 al 3 aprile la mostra “Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti” raccoglie i dipinti di Paola Angelini, Sabrina Casadei, Rudy Cremonini, Diego Gualandris e Giuseppe Mulas, che, cominciando a lavorare nel nuovo millennio, offrono uno sguardo aperto e inedito sul panorama della pittura italiana contemporanea, attraverso una rilettura globale dei nostri tempi.

Confermata anche la presenza di Intesa Sanpaolo Private Banking, che presenterà, presso l’area lounge del Gruppo, un ciclo di tre incontri su “Arte collezionismo e media” che approfondirà temi di arte e mercato.

Gli appuntamenti sono previsti il 1° aprile alle ore 17.30 con Michele Bonuomo, direttore di Arte, il 2 aprile alle ore 17.30 con Umberto Allemandi, direttore de Il Giornale dell’Arte, e il 3 aprile alle ore 17.30 con Giancarlo Politi, fondatore di Flash Art. Modereranno gli incontri Alberto Fiz e Marina Mojana di Eikonos Arte.

Andrea Ghidoni, Direttore Generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, ha così commentato: “Siamo felici e orgogliosi di essere al fianco, anche quest’anno, di miart. Il servizio professionale e qualificato di Art Advisory di Intesa Sanpaolo Private Banking accompagna la clientela nella valorizzazione di opere d’arte e nell’individuazione delle migliori soluzioni alle specifiche esigenze. In un mercato dell’arte in evoluzione e sempre più articolato il ruolo del Private Banker affiancato da specialisti di arte diviene fondamentale nel consolidare una relazione di fiducia sempre più qualificata. Essere presenti in quella che è considerata la prima fiera di settore in Italia, e tra le prime in Europa è un’opportunità ideale per presentare i nostri servizi di consulenza a collezionisti ed investitori”.

Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni storici, ha dichiarato: “Intesa Sanpaolo rinnova il legame con una delle principali fiere in Italia e in Europa, in linea con la crescente attenzione che riserviamo alla promozione dell’arte moderna e contemporanea. La collaborazione con miart è anche occasione per valorizzare cinque giovani artisti italiani in sinergia con Intesa Sanpaolo Private Banking, oltre che per mettere a disposizione le competenze maturate nella gestione delle collezioni di proprietà. Siamo lieti di dare un contributo nuovo e originale all’importante iniziativa milanese che sottolinea il ruolo di primo piano della città nella produzione artistica e nel mercato dell’arte.”

Intesa Sanpaolo con la realizzazione della mostra “Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti” condivide con miart 2022 l’attenzione e il sostegno ai giovani artisti emergenti.

Nicola Ricciardi, direttore artistico di miart, ha commentato: “È un’occasione unica poter contare su di un partner come Intesa Sanpaolo, che condivide le nostre stesse idee in merito alla valorizzazione delle nuove generazioni. Questa iniziativa è frutto della piena consapevolezza che solo investendo sui giovani si può costruire una ripresa credibile e duratura, tanto per i galleristi, quanto per gli artisti. Una presa di coscienza che condividiamo profondamente, come dimostra il fatto che proprio quest'anno la sezione di miart dedicata alle nuove realtà — Emergent — sarà per la prima volta posta all’inizio del percorso espositivo, proprio per garantire la più ampia visibilità possibile”.

Il pluriennale legame con miart testimonia il costante supporto di Intesa Sanpaolo allo sviluppo culturale del territorio, con l'obiettivo di consolidare la centralità di Milano nel panorama nazionale e internazionale dell’arte moderna e contemporanea e di offrire alla città un ulteriore volano di crescita e sviluppo economico, culturale e civile.

Michele Coppola (Intesa Sanpaolo): “Al miart vogliamo contribuire al sostegno dei giovani artisti italiani”

VIDEO - Michele Coppola (Intesa Sanpaolo): “Al miart vogliamo contribuire al sostegno dei giovani artisti italiani”

Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo al Giornale d’Italia: “Credo che uno degli aspetti più importanti della rinnovata presenza di Intesa Sanpaolo, anche grazie il private banking, qui a miart sia da leggere nella volontà forte di contribuire proprio attraverso l’esperienza maturata intorno al progetto cultura della banca, alle Galleria d’Italia, al sostegno ai giovani artisti italiani, alla pittura italiana. Credo che questo sia estremamente significativo per cogliere a appieno il significato dell’impegno della banca a favore dell’arte e della cultura. Un progetto completo, che parte dalla valorizzazione delle collezioni ma che non rinuncia attraverso le fiere e il mercato di dare un sostegno tangibile a chi è protagonista della vita culturale italiana. Credo che questo sia il messaggio migliore per dimostrare il legame tra la più importante banca italiana, tra il mondo private e la nostra comunità di riferimento. “

“Il lavoro fatto a miart aggiunge tappa dopo tappa, in un percorso molto chiaro e lineare, Luca Beatrice ci accompagna da qualche anno ci accompagna nella scelta, nella selezione degli artisti e credo che sia chiaro ed evidente, ed emerga senza dubbio il desiderio di contribuire al sostegno in un’azione limitata ma molto chiara ai giovani artisti, alle espressioni della contemporaneità, in questa circostanza sono tutti artisti che hanno meno di 40 anni che lavorano già con gallerie importanti. L’idea è affiancare l’impegno della banca, che parte dalle collezioni, che parte dalle Gallerie d’Italia, che parte dai grandi progetti di studi e di ricerca, anche un sostegno a chi è protagonista, è attivo attraverso la propria sensibilità, creatività, il proprio estro e la pittura. Credo che quello che faremo a Torino è un passo in avanti, è dedicata alla fotografia, all’immagine, a progetti originali, a committenze per affrontare attraverso gli occhi, attraverso le lenti di fotografi non soltanto italiani i temi dell’attualità, il completamento del progetto cultura della banca.”

Intesa Sanpaolo, Ghidoni: "Diamo la possibilità a cinque giovani artisti di presentare le loro opere al pubblico"

VIDEO - Intesa Sanpaolo, Ghidoni: "Diamo la possibilità a cinque giovani artisti di presentare le loro opere al pubblico"

Andrea Ghidoni, Direttore Generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, a Il Giornale d'Italia:

"Intesa Private Banking tratta anche di un asset class per i nostri acquirenti, un elemento distintivo nella cultura del nostro Paese, per cui è naturale l’impegno del Gruppo a uno degli eventi culturali più importanti a livello nazionale. É importante per noi essere presenti oggi, non solo per dare la possibilità ai nostri clienti di vedere le esposizioni, ma anche per permettere a cinque giovani artisti di presentare le proprie opere a un pubblico così importante e attento".

"Abbiamo presentato una ricerca "Collezionisti e Valore dell'arte in Italia", che mostra l'evoluzione pre e post pandemia nel mondo dei collezionisti dell'arte. Si tratta di un mondo in evoluzione che a noi fa particolarmente piacere poter affiancare i clienti e accompagnarli in questo mondo grazie alla nostra struttura interna di art advisory".

Miart 2022, Tommaso Corcos: Ricostruire e progettare nonostante le crisi"

VIDEO.Miart 2022-Miart 2022, Tommaso Corcos: Ricostruire e progettare nonostante le crisi"

Tommaso Corcos, Presidente Assogestioni, Amministratore Delegato Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking e Vice Presidente Intesa Sanpaolo Private Banking, in occasione del miart 2022, ha affermato ai microfoni de Il Giornale d’Italia: “Quello che abbiamo sempre visto nel nostro mondo è che al di là delle crisi c’è sempre la voglia di ricostruire, rifare e progettare e credo che la città di Milano sia un esempio fantastico in questa sua capacità di ripensare e progettare e lanciare sempre nuove sfide. Pensare al miart è una storia bellissima in cui il mondo della cultura si abbina al mondo della rilevanza del risparmio, che poi sono due eccellenze dell’Italia”, conclude. 

Luca Beatrice: "La pittura continua nonostante i tempi parlino di immagini virtuali"

VIDEO-Luca Beatrice: "La pittura continua nonostante i tempi parlino di immagini virtuali"

Luca Beatrice afferma ai microfoni de Il Giornale d'Italia

"La scelta è stata tentare una mostra collettiva dopo le personali degli scorsi anni e sempre lavorando sul tema della pittura, che evidentemente continua nonostante i tempi parlino anche di immagini virtuali, di NFT, di trasformazioni necessarie nell'arte. Guardarci un po' intorno e vedere giovani donne e uomini sotto i 40 anni che stanno lavorando con la pittura.

Dietro di me c'è Paola Angelini, un'artista di San Benedetto del Tronto. Un viso molto interessante, cita il 900 italiano, un po' di impressionismo, un'opera fortemente simbolica. Lavora prevalentemente all'estero. Poi abbiamo un'altra giovane donna che si chiama Sabrina Casadei, romana, attualmente sta a Reggio Emilia. Pittrice astratta, con uno sguardo molto interessato nei confronti della natura. Giuseppe Mulas, algherese ma di stanza a Torino, ex allievo dell'Accademia dove io insegno. Artista che fa esplodere questa specie di super pop, molto divertente. Al suo fianco Diego Gualandris, bergamasco, figlio di Games of Thrones. Poi c'è il delicatissimo Rudy Cremonini, bolognese che ancora ha voglia di dipingere un vaso di fiori, perché la contemporaneità della pittura è questa: saper dipingere un vaso di fiori nel 2022", conclude.

Giuseppe Mulas: "Proporre una visione diversa del reale e del quotidiano"

VIDEO-Giuseppe Mulas: "Proporre una visione diversa del reale e del quotidiano"

Giuseppe Mulas ha affermato ai microfoni de Il Giornale d’Italia:

"Nei lavori presentati in occasione di miart per lo spazio di Intesa Sanpaolo nella mostra curata da Luca Beatrice ho lavorato e proposto due immagini forse opposte in qualche modo. Una parte dallo spazio domestico, dalla riflessione sull’intimità, l’altra tela descrive questa sagoma, questo corpo che diventa un cielo stellato e perde così la sua individualità per divenire moltitudine, evade questo spazio della notte per poi raggiungere questo mondo magico, surreale, che è in qualche modo, in linea con la storia de Il Barone Rampante di Calvino.

Il mio obiettivo era proporre una visione diversa del reale e del quotidiano dove questo corpo di impossessa di quelli che possono essere gli elementi della città. Sono molto affascinato dalla dimensione del buio e della notte.

E’ una grande opportunità essere qui con Intesa Sanpaolo ed è bella questa attenzione verso la pittura giovane italiana ed è bello come questa mostra crei uno spaccato al di là di quelle che sono le prospettive delle gallerie", conclude.

Intesa Sanpaolo “Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti”, a cura di Luca Beatrice

Gli artisti italiani scelti per questo breve spaccato generazionale – o infra-generazionale, i quarant’anni di Rudy Cremonini nato nel 1981, Paola Angelini nel 1983, Sabrina Casadei nel 1985, Diego Gualandris è del 1993 e il più giovane Giuseppe Mulas del 1995 – hanno cominciato a lavorare nel nuovo millennio e infatti non c’è in loro traccia di novecento se non in termini di memoria.

Come esistono i nativi digitali per definire il rapporto con la tecnologia, allo stesso modo possiamo parlare di pittori le cui scelte iconografiche sono legate all’ultima grande rivoluzione, in atto in particolare dal 2007, da quando cioè nella nostra vita quotidiana sono entrati gli smartphone cambiando ancora una volta, e c’è chi dice per sempre, il rapporto con le immagini. Eppure qui si parla di pittura in senso stretto e rispetto ad altri momenti della storia dell’arte alla fine del XX secolo – la Transavanguardia, la nuova figurazione, la pittura mediale degli anni novanta, la pittura fotografica e asciutta dei Non Luoghi – ci troviamo ora di fronte a opere che sono solo e soltanto “quadri”, non invadono lo spazio, non si fanno performance, non amoreggiano con altri linguaggi. Una pittura che si fida di se stessa e non sente il bisogno di salvarsi in corner, rinuncia fortunatamente a quella precisazione altrove indispensabile, ad esempio la mai chiarita differenza tra “fotografi e artisti che usano la fotografia”. Qui non sono “artisti che usano la pittura”, ma più semplicemente pittori, o se preferite pittrici e pittori. Altre considerazioni. Questa degli anni Venti ha perso ogni specificità localista o regionalista – che a ben pensarci è sempre stato il nostro forte – per assumere il necessario tono globale indispensabile ai nostri tempi.

Alla domanda: riusciamo a riconoscerne, dallo stile, un’estetica prettamente italiana? La risposta, probabilmente no, e questo vale anche per la Germania, l’America o l’Inghilterra giusto per citare alcuni luoghi dove l’identità artistica nazionale è stata a lungo considerata un elemento di forza. La pittura, oggi, peraltro non corrisponde più alle griglie novecentesche di figurazione versus astrazione, qui talvolta addirittura compresenti nello stesso quadro. Ci sono dipinti che reggono meglio alla presenza dell’immagine, altri che lavorano sulla struttura, tra segni, gesti, campiture di colore. Pochi, indubbiamente, sono narrativi, al contempo non si applica il dogma dell’aniconico assoluto. Tutto ciò comporta la pressoché totale rinuncia allo stile, che non significa non riuscire a riconoscere il linguaggio di un artista ma togliersi di dosso, da parte sua, quella sicurezza, quella coazione a ripetere che rischia di trasformarsi in cliché. A supporto c’è una sintassi, una grammatica, non un repertorio di immagini e figure. Per definire la pittura italiana dei nostri anni Venti fin qui è stato detto tutto ciò che non è. Tocca però ragionare ora in positivo, provando a spiegare cosa è. Innanzitutto uno spazio di libertà: gli artisti non si riconoscono in correnti o gruppi, conducono una ricerca individuale (non individualista, anzi c’è un bel clima di collaborazione e stima tra loro), permettendosi il lusso di surfare tra gli stili. È pittura molto contemporanea quando si distacca dalla mimesi con la fotografia, per qualcuno un rifiuto categorico, sia quando rilegge l’universo in chiave fantasy portandolo oltre l’esplosione parossistica in Diego Gualandris. Uno dei termini più consueti nel linguaggio contemporaneo è distopico, comune soprattutto tra le generazioni recenti che faticano a credere in un futuro migliore del nostro presente i cui comportamenti scellerati hanno posto le basi per un mondo decisamente peggiore, che non guarda avanti. Per Gualandris il teatro è una favola, un negozio di giocattoli tenuto a bada e in ordine, che di notte esplode nella più totale anarchia, in una linea continua dal Soldatino di piombo di Hans-Christian Andersen alla serie Pixar Toy Story. È pittura contemporanea quando recupera il passato, mai in chiave di citazionismo postmodernista. Guardi i quadri di Paola Angelini e pensi subito alle esperienze figurative degli anni ottanta – probabilmente condividiamo l’amore per il gigantesco talento di Sandro Chia – di cui però non viene messo in scena il remake né la rilettura quanto un’analisi critica. Ciò che finisce in un quadro, dal punto di vista del pittore e del critico, corrisponde alla somma degli elementi che vanno a definire ciò che siamo, le immagini sulle quali ci siamo nutriti, con la differenza che mentre un tempo queste definivano una scelta di campo e di stile, oggi costituiscono una sorta di diario emozionale. E a tal proposito l’autobiografismo o l’autofiction, il termine rimanda ancora una volta alla letteratura, si addensa nei dipinti blu di Giuseppe Mulas che raccontano e si trasfigurano in emozioni di vita vissuta, tra visioni notturne e sensuali, la Tragedia dell’infanzia per citare Alberto Savinio (piace molto anche ad Angelini).

Pittura di particolari, incontri, libri letti, stati d’animo. E di sfide: perché Rudy Cremonini dipinge vasi di fiori? Cosa può esserci ancora di contemporaneo nel dipingere un vaso di fiori dopo Morandi? Certe questioni non perdono di attualità e la pittura si riafferma ancora una volta come “esercizio di stile” nel senso migliore del termine, alla Raymond Queneau per intenderci. Liberato dal problema de cosa, Cremonini dipinge “pittura figurativa” in assenza di soggetto, un romanzo per immagini quasi privo di personaggi. Né, al contrario, si deve limitare lo sguardo alla pura astrazione di fronte ai lavori di Sabrina Casadei: ciò che osserva e riporta è frutto di un ragionamento sulla natura e sull’ambiente, tra i pochi argomenti che incalzano nella cultura di oggi, segnando, questo sì, un profondo distacco generazionale tra il prima e il dopo.

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