17 Febbraio 2022
Trovata a Roma una seconda Gioconda, simile, se non identica, a quella di Leonardo da Vinci, esposta al Louvre di Parigi, dopo quella ritrovata a dicembre 2022 a Montecitorio. Se il primo quadro ritrovato, dopo qualche giorno di visibilio, è stato attribuito alla mano di uno degli studenti di Leonardo, il secondo dipinto potrebbe essere stato in parte creato dallo stesso leggendario pittore italiano. Tale terza Monna Lisa apparteneva al patrimonio della nobile famiglia capitolina dei Forcellino.
"Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione", ha fatto sapere il questore della Camera Francesco D’Uva che si è privato della tela per esporlo nella sala Aldo Moro di Montecitorio. La copia della Monna Lisa appare sul sito parlamentare "ArteCamera", accompagnata da una breve scheda redatta dagli studiosi. Essi la definiscono "una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello", la Gioconda del Louvre. L'origine del dipinto, come già accennato, sarebbe della "bottega di Leonardo" e forse porterebbe la "mano del maestro".
Naturalmente siamo di fronte a un fatto che fa sognare gli italiani (e non solo gli esperti d'arte o gli addetti ai lavori). Sul caso si sono espressi Antonio e Maria Forcellino che, nel catalogo della mostra romana del 2019 su “Leonardo a Roma, influenza ed eredità”, hanno stilato nove pagine per raccontare la storia e la qualità della “Gioconda Torlonia”. I Forcellino sostengono che per tale Gioconda gli allievi del maestro impiegarono gli stessi colori della sua tavolozza. Inoltre ritengono che il dipinto presenta pentimenti incongrui con una copia. E ancora. le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una "trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre".
L'unica nota dolente arriva da Rossella Vodret, ex soprintendente di Roma. Nel 2005 aveva schedato il dipinto definendolo “di qualità non molto alta”. Anche Alessandro Cosma, nella scheda apparsa nello stesso catalogo del 2019, descrive tale dipinto, asserendo che “riprende in maniera precisa molti dettagli” del ritratto del Louvre “sebbene semplificati e irrigiditi".
La prima "sorella gemella" della Gioconda, una copia (quasi) perfetta del quadro di Leonardo Da Vinci, la tela più famosa al mondo ospitata al Museo del Louvre di Parigi, era stata trovata a Montecitorio a inizio dicembre 2022. Il ritrovamento era avvenuto durante alcuni lavori nel palazzo del potere italiano per eccezione. I lavori di restauro sulla tela avevano poi rivelato che dietro ci potrebbe essere stata la "mano" di Leonardo Da Vinci.
Quel quadro, non sarebbe una copia. O meglio, non sarebbe una copia volgare, fatta da un dilettante per intenderci. Alcune radiografie fatte sulla tela hanno rivelato che dietro all'opera ci sarebbe appunto la "mano" di Leonardo da Vinci. Forse è stato proprio il grande pittore toscano a dipingere il quadro, o, nel peggiore dei casi, potrebbe essere stato uno dei suoi allievi. Una cosa è certa, la Gioconda è stata "dimenticata" a Montecitorio per quasi un secolo in un angolo a prendere polvere. Il quadro era appeso all'ufficio del questore. Questo fino a quando il senatore Stefano Candiani della Lega ha pensato bene di chiedere un restauro e un'indagine. Da qui si è scoperto che il quadro non era una replica, ma che appunto dietro ci poteva essere stata la mano dello stesso Grande Maestro. "Se così fosse", ha detto Candiani, "saremmo difronte a un capolavoro da milioni di euro, che meriterebbe di essere appeso in un museo".
A restaurare il dipinto è stata Cinzia Pasquali, tra le restauratrici più famose al mondo. Romana ed esperta di Leonardo da Vinci, vive da oltre 25 anni a Parigi e lavora al Louvre. È l’autrice di quello che è stato definito il "restauro del secolo": la "Sant’Anna con la Vergine e il Bambino", proprio di Da Vinci. Quando si è accorta delle analogie con la "vera" Gioconda, ha chiamato Vincent Delieuvin, capo curatore dei dipinti per il Louvre, che ha preso il primo volo per Roma.
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