23 Agosto 2021
Era nato in Alessandria d’Egitto nel 1924 ed esattamente due mesi fa ha lasciato un gran vuoto per chi ama l’arte, l’amore per la vita e l’entusiasmo per l’intelligenza.
Oltre che compagno di avventure era per me un caro amico, i ricordi si accavallano in maniera disordinata tanto forte è l’inconscio che non vuole accettare questa triste realtà.
E’ stato etichettato come stoico dell’arte, mercante, collezionista , docente, scrittore ma ritengo fosse principalmente un poeta della vita.
La sua intelligenza supportata da una onnivora curiosità per il bello, l’estetica, la cultura ed il nuovo lo ha condotto ad essere amico di tanti artisti e poeti e di poi mentore di alcune delle correnti culturali che hanno influito nella formazione degli ultimi due secoli del nostro contemporaneo: il Surrealismo ed il Dadaismo.
Inutile ricordare le sue tante amicizie con chi oggi sono i grandi maestri, sarebbero pagine e pagine, ne citiamo perciò solo pochi da Man Ray a Magritte, da Matta a Duchamp di cui ha scritto del suo lavoro nel monumentale Catalogo Generale da lui firmato.
Dopo essere stato torturato per le sue idee politiche viene prima condannato a morte e poi esiliato- ma prima di espellerlo il regime di re Farouq gli fece credere che lo si portava al patibolo - e giunto avventurosamente a Milano, città che aveva dato i natali a sua madre, apre nel cuore della capitale del lavoro una libreria ove espone pure lavori di artisti da lui stimati e che dal 1954 fino al 1975 diventa il centro della cultura non solo milanese ma di tutta quella nazione che nel frattempo era diventata la sua vera casa.
Io poco più che ventenne non conobbi Arturo, che già mi si diceva essere un grande conoscitore d’arte ma autoritario, burbero e spesso scostante, a Milano ma a Rapallo dove allora soggiornava nel periodo estivo e li mi presentai, teso non poco, con la speranza di un suo illuminante parere su di un importante dipinto attribuito dalla moglie di Picabia al marito ma che secondo me entusiasta neofito di quell’affascinante mondo in cui da poco ero in punta di piedi entrato “ mi pareva opera troppo ben costruita per essere di quell’artista “.
Alle mie parole su questi dubbi appena li espressi, non con un certo batticuore a chi mi riceveva in casa sua, in maniera sicura e decisa il dipinto venne immediatamente attribuito, da chi era già un mostro sacro ed indispensabile per la perizia, come di mano di Iulius Evola rarissimo ed importante artista oltre ad essere stato grande intellettuale dell’inizio secolo.
Le informazioni sul personaggio mi risultarono tutte inesatte, Arturo - essendo io molto più giovane mi permise subito di darci del tu – era affabile, cortese più che disponibile e contrariamente alla consuetudine de mondo dell’arte nulla pretese per la sua perizia ma, il suo regalo più grande, da allora fu la sua frequentazione e la sua amicizia.
Quanto mi ha insegnato e quante emozioni mi ha permesso far nascere insieme.
Ecco l’esperienza di vivere le emozionanti sorprese di essere immerso come in un museo frequentando le sale milanesi di via Giurati ove viveva allora Schwarz, in una casa traboccante di capolavori surrealisti , dadaisti e concettuali si respirava la sensazione di essere partecipi di tanta storia e, cosa più coinvolgente di toccare con mano il momento, la prima pietra su cui poi si sviluppò quel movimento. Tutto era stato vissuto, cercato e voluto da questo guru dell’arte.
I ricordi sono tanti, tantissimi e quanto mi è stato da lui insegnato.
Molto mi aveva colpito il rispetto che Arturo aveva nei confronti dell’artista che si rivolgeva a lui per un giudizio sul proprio lavoro, sempre affabile, disponibile ma tranchant quando non approvava o riteneva che fosse una strada sbagliata.
Generoso con il mondo diceva “ Ammirando il bello ci si avvicina alla cultura “ e forse per questo volle regalare il maggior corpus delle sue opere a tutti noi, in primis intendeva donare a Milano le sue opere da esporre in Palazzo Reale ed io su sue indicazioni mi attivai ottenendo con gran delusione un assurdo parere negativo da Pillitteri allora un Sindaco non certo colto e che non ne comprese l’importanza e l’occasione irrepetibile: oggi Israele si fregia di una delle maggiori collezioni che attraversano con capolavori due secoli.
Che viaggi emozionanti !
In occasione della mostra Arte e Alchimia curata nel 1986 da Arturo Schwarz alla Biennale di Venezia oltre a chiedermi in prestito alcune opere mi volle con lui in un tour tra suoi collezionisti per vederlo scegliere e raccogliere capolavori che avrebbero prestato solo a lui per costruire una delle migliori esposizioni che la Biennale annovera nella sua storia.
Quanti argomenti e quante tante avventure vissute ed i lunghi discorsi carichi di molteplici quesiti affrontati e quasi sempre spiegati con una chiarezza disarmante e che dire di come ti introduceva con affetto ad un mondo affascinante e non certo facile di cui Arturo ne era un grande esperto: la Kabbalah.
Le sue poesie regalate all’affascinante moglie Linda sono un summit di quella gioiosa armonia che circondava il suo animo.
A tanti ha regalato con un sorriso la sua grande cultura insieme a consigli in molteplici campi, addirittura lui grande nuotatore dispensava questo escamotage agli amici : “ Per non annoiarti mentre nuoti a lungo comincia in ordine alfabetico ad elencare mentalmente i cognomi o degli artisti surrealisti o di quelli astrattisti o dei poeti che ami “.
Questa era il grande Arturo: grazie per quanto tanto ci hai donato.
Di Daniele Crippa
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