21 Novembre 2025
Fonte: Torino Cronaca
Madre e figlio faccia a faccia in tribunale. La scena che non si è vista nei tribunali italiani si consuma in Svizzera, a Thun nel cantone di Berna, per un nuovo processo legato all’Eredità Agnelli. In ballo, la vera residenza di Marella Agnelli e la validità del suo testamento. Ma anche quel miliardo e trecento milioni avuto da Margherita Agnelli firmando il patto successorio «pour la paix» nel 2004. Patto che gli Elkann, da tempo, ricordano alla madre.
Perché questa causa è stata intentata proprio degli Elkann, per far riconoscere a un giudice che effettivamente, al di là dei giorni realmente trascorsi (dal punto di vista fiscale italiano, devono essere almeno sei mesi e un giorno ogni anno), il «centro di interesse» di Marella Agnelli era in Svizzera. Dunque, anche il testamento redatto secondo le leggi elvetiche è perfettamente valido. Così come le donazioni e gli altri atti compiuti dalla vedova di Gianni Agnelli nei confronti dei nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann. Perché, alla fine, è di questo che parliamo: la successione nella società Dicembre, quella che consente il controllo dell’impero di Exor, Stellantis, Ferrari e Juventus.
Margherita, invece, sostiene che sua madre non abitasse realmente in Svizzera, tesi anche della Procura di Torino che vede indagati gli Elkann. Nello studio del commercialista Gianluca Ferrero, la Guardia di Finanza ha trovato anche un memorandum per far risultare Marella effettivamente dimorante nello chalet di Lauenen, nel Canton Berna.
Quella di ieri è solo una delle udienze previste per questa settimana. John Elkann, piumino scuro e completo blu, è arrivato al tribunale di Thun a piedi - dopo essere sceso da una BMW scura -, assieme ai suoi avvocati, per la sua deposizione davanti alla giudice Antonie Meyes Schürch. Mentre Margherita era arrivata già alle otto del mattino. I due, almeno all’esterno del tribunale, non si sono né sfiorati né parlati. «È una storia triste e penosa» ha detto Margherita, prima di entrare in tribunale, da cui si è allontanata nel pomeriggio John Elkann ha deposto in aula a porte chiuse. Al centro della sua deposizione la validità della residenza e degli atti testamentari redatti l’11 agosto 2011 davanti al notaio elvetico Urs von Grünigen, con aggiunte poi nel 2012 e nel 2014. Quel testamento esclude Margherita, dice la secondogenita di Gianni Agnelli, e i suoi cinque figli avuti dal conte De Pahlen, dalla successione. Per gli Elkann, invece, al di là della reale residenza di Marella, della legittimità degli atti, il punto cruciale è quel patto successorio firmato nel 2003 da Margherita: un miliardo e 300 milioni euro, oltre alle case e alle opere d’arte lasciate in usufrutto a Marella, per rinunciare al totale dell’eredità. Dunque, il messaggio potrebbe essere questo: mia madre ha firmato di sua volontà, non può tornare sulle sue decisioni.
Ma Margherita sostiene di essere stata tenuta all’oscuro della reale entità del patrimonio paterno. E inoltre l’inchiesta torinese (per la quale Elkann aspetta la decisione del giudice sulla sua messa alla prova con servizi di tutoraggio e didattica presso un istituto salesiano) ha portato alla luce fatti anche sconvolgenti: al di là di fondi esteri per un miliardo, documenti che “preparavano” in ogni dettaglio la presenza svizzera di Marella, sono spuntati un testamento segreto di Gianni Agnelli che donava le quote della Dicembre a Edoardo e una bozza di accordo con la data del 14 novembre 2000, ossia il giorno prima della morte del figlio dell’Avvocato.
Proprio la causa civile torinese, ancora in atto, può influenzare la decisione della giudice, trattandosi di un procedimento analogo. Tutti temi al centro del processo chiamato “Thun 1” al momento sospeso in attesa della conclusione di questo, con cinque udienze programmate (Ginevra Elkann è già stata sentita, mentre Lapo non sarebbe in calendario). Il “Thun 2” che diventa decisivo per il destino dell’Impero ex Fiat e che ruota su una questione di giurisdizione: se per questioni fiscali c’è il minimo di quei sei mesi e un giorno, per la legge svizzera serve dimostrare il “centro di interessi” della via di una persona. Per questo, nel libro autobiografico “Ho coltivato il mio giardino”, Marella parlava della nuova casa. Dove però, secondo i magistrati torinesi non ha mai abitato davvero e quell’aggiunta sarebbe stata una idea dello stesso Elkann.
In punta di diritto per un impero economico che, considerando la sola Exor, vale oltre 38 miliardi di euro. Abbastanza perché madre e figlio si facciano la guerra, vedendosi una volta l’anno, in tribunale, senza parlarsi. L’Eredità Agnelli.
Di Andrea Monticone
Fonte: Torino Cronaca
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia