17 Luglio 2025
Post propaganda neonazista Fonte: Carabinieri
Un giovane di 21 anni residente nel Bresciano è stato arrestato dai Carabinieri del Ros con l’accusa di aver promosso online contenuti di "propaganda neonazista" e "istigato all’odio razziale e religioso". Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia, in coordinamento con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Contestualmente, sono state eseguite 26 perquisizioni in tutta Italia a carico di altri sospettati. Le indagini hanno portato all’individuazione di 29 utenti coinvolti, tra cui 5 minorenni.
L’inchiesta, avviata nel dicembre 2023, è nata dal monitoraggio dei canali Telegram e TikTok del giovane arrestato, dove gli investigatori hanno riscontrato la pubblicazione di contenuti inneggianti alla superiorità razziale, al negazionismo della Shoah e all’apologia del fascismo e del nazismo. Il quadro accusatorio si fonda sull’articolo 604 bis del codice penale, relativo ai reati di incitamento all’odio, e sull’articolo 4 della Legge 645 del 1952, che sanziona la riorganizzazione del disciolto partito fascista.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 21enne era attivo in 3 ambienti digitali di estrema destra: “white lives matter Italia”, “vannawaffen tm” e “sangue e suolo”. All’interno di questi gruppi si condividevano contenuti “espressivi di idee inneggianti alla classificazione della popolazione umana in razze e alla superiorità della razza bianca in termini discriminatori delle altre etnie/razze”.
In particolare, il gruppo “vannawaffen tm” è stato ritenuto “intriso di contenuti di propaganda di idee inneggianti al nazismo, all'accelerazionismo, alla classificazione della popolazione umana in razze, alla superiorità della razza bianca in termini denigratori e discriminatori delle altre etnie/razze/religioni e apologetici di azioni violente verso persone di colore, immigrati, persone di religione islamica e afferenti alla galassia lgbtq+”.
Nel gruppo “sangue e suolo”, gli investigatori hanno individuato contenuti “consistenti in chiare espressioni di idee di natura suprematista, neo-nazista, negazionista della Shoah”. In alcuni casi, sarebbero stati pubblicati messaggi che incitavano esplicitamente a “compiere incendi dolosi contro esercizi commerciali frequentati da immigrati, promettendo premi in denaro”.
L’attività investigativa ha permesso di individuare altri 29 soggetti coinvolti nelle stesse reti online, 5 dei quali minorenni all’epoca dei fatti. Le loro posizioni sono attualmente al vaglio della magistratura.
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