07 Luglio 2025
Cavallari Lanterna Azzurra Fonte; X @petergomezblog
Mentre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) avvia accertamenti su come Andrea Cavallari sia potuto sparire dopo un permesso premio per laurearsi, esplode la rabbia dei familiari delle 6 vittime della strage di Corinaldo: “Assurdo fosse senza scorta, presi in giro dalla giustizia”.
Andrea Cavallari, 26 anni, membro della cosiddetta "banda dello spray", è stato condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi. Avrebbe dovuto rientrare in carcere dopo il permesso concesso per discutere la tesi all’Università di Bologna. Invece è scomparso nel nulla. E il dolore delle famiglie si riaccende con forza.
“Perché Cavallari era senza scorta? Mi sento preso in giro”, afferma amareggiato Francesco Vitali, fratello di Benedetta, la ragazza di 15 anni morta quella tragica notte all’interno della Lanterna Azzurra. Un’assenza di sorveglianza che lascia sconcertati anche altri familiari, come Paolo Curi, che quella sera del 2018 ha perso la moglie Eleonora Girolimini: “Lei è morta per colpa sua e lui non si è pentito: andava sorvegliato”, dichiara con fermezza.
Per Curi, la fuga di Cavallari rappresenta l’ennesimo affronto a una tragedia che non ha mai visto una piena resa dei conti: “La fuga di Andrea Cavallari per noi famiglie delle vittime di Corinaldo è un ulteriore schiaffo in una vicenda senza giustizia. Quei criminali della banda dello spray non si sono mai pentiti”. E rilancia: “Come è stato possibile che Cavallari sia potuto andare all’università senza la scorta delle guardie penitenziarie?”.
L’8 dicembre 2018, Paolo Curi era nel locale insieme alla moglie e alla figlia maggiore, Gemma, allora undicenne. Nella calca provocata dallo spray urticante spruzzato durante il concerto di SferaEbbasta, Eleonora fu travolta e perse la vita. “Eleonora era il nostro pilastro. Avere quattro figli per me è stata una salvezza, non ho potuto permettermi di soccombere al dolore. Pensavo di impazzire. Sono rimasto solo con loro. Io sono soltanto un giardiniere, la loro qualità della vita è molto cambiata. Ma sono meravigliosi e le nostre giornate sono, nonostante tutto, piene di gioia. Eleonora sarebbe contenta di noi”, racconta con dolore e forza.
Ma la frustrazione dei familiari delle vittime va oltre la sola fuga di Cavallari. “Noi famigliari delle vittime siamo ancora senza giustizia: chi ha dato i permessi al locale non ha pagato. Sono rimasti tutti impuniti: i gestori, il titolare, la commissione che ha dato i permessi per trasformare quel locale in discoteca. In parte sono stati assolti, in parte i processi sono in corso. Nessun risarcimento”, denuncia ancora Curi.
Anche Francesco Vitali torna a sottolineare l’assurdità dell’accaduto: “Sono sgomento, questa non è una fuga, è una beffa”. E ancora: “Tutte le sentenze hanno riconosciuto la pericolosità sociale della banda dello spray. Eppure Cavallari ha ottenuto un permesso senza scorta, senza vigilanza. E ora risulta irreperibile. Qualcosa nel sistema è saltato. Credo nel sistema giuridico, non voglio entrare nel dettaglio, però se è successo questo vuol dire che qualcuno ha sbagliato”.
“Non sto cercando vendetta. Sto cercando giustizia. La giustizia dovrebbe essere un luogo di conforto per noi, e, invece, è diventata un campo di battaglia”, conclude con amarezza.
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