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Caso Yara, difesa di Massimo Bossetti autorizzata ad accedere ai Dna prelevati nell'indagine, i legali: "Al lavoro per dimostrare l’innocenza"

L’obiettivo della difesa è rivalutare la traccia “31G20”, quella su cui si basa gran parte della condanna di Bossetti.

20 Giugno 2025

Bossetti, Cassazione accoglie il ricorso: potrà accedere ai reperti per il riesame delle prove

Massimo Bossetti - fonte foto Massimo Bossetti @facebook

La difesa di Massimo Bossetti potrà accedere al profilo genetico di Yara Gambirasio, ai dati dei circa 25mila campioni raccolti per identificare l’allora “Ignoto 1”, e alle immagini in alta definizione degli indumenti che la tredicenne indossava il giorno della scomparsa.

A stabilirlo è stato il Tribunale di Bergamo, che ha reso esecutiva una decisione della Corte d’Assise del 27 novembre 2019, accogliendo una richiesta presentata sei anni fa dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Si tratta di un passo giudicato cruciale dalla difesa, in vista di una possibile istanza di revisione del processo.

Caso Yara, difesa di Massimo Bossetti autorizzata ad accedere ai Dna prelevati nell'indagine, i legali: "Al lavoro per dimostrare l’innocenza"

Il provvedimento stabilisce che entro 30 giorni la polizia giudiziaria dovrà acquisire la documentazione e i materiali conservati presso il RIS di Parma e la Polizia scientifica della Lombardia. Tra questi, documenti che non erano mai stati acquisiti al fascicolo dibattimentale e che il Tribunale stesso considera potenzialmente nuovi elementi di prova.

Nel dettaglio, la difesa potrà ottenere: la copia del DVD con le immagini fotografiche in alta risoluzione dei reperti analizzati dal RIS di Parma; tutti i tracciati elettroferografici prodotti dal RIS e dai consulenti Previderé e Grignani, relativi ai campioni della vittima; i risultati delle analisi genetiche effettuate su campioni di riferimento e tracce, anche in forma anonima e su qualsiasi supporto.

Le foto in alta definizione potrebbero rivelare aree di interesse sui vestiti della vittima, in particolare sugli slip, dove fu trovata la traccia mista considerata la “prova regina” contro Bossetti, contenente il DNA di Yara e di “Ignoto 1”. Al centro dell’attenzione anche i leggings e il giubbotto che Yara indossava il giorno della scomparsa, elementi che il consulente genetista Marzio Capra (già noto per il caso Poggi) esaminerà con particolare attenzione.

L’aspetto più rilevante, secondo i legali, sarà però l’analisi degli elettroferogrammi: i grafici che rappresentano le sequenze del DNA. La difesa spera di individuare anomalie o picchi sottovalutati tra i tracciati di migliaia di uomini sottoposti a tampone nel corso delle indagini.

L’obiettivo è rivalutare la traccia “31G20”, quella su cui si basa gran parte della condanna di Bossetti. Una traccia controversa: se il DNA nucleare corrispondeva al profilo dell’imputato, quello mitocondriale non combaciava. “Su quella traccia – aveva dichiarato in aula l’avvocato Salvagni – è stato chiesto un atto di fede: il nostro assistito non ha mai avuto accesso diretto ai dati”.

A quasi 15 anni dal delitto di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo, e dopo 11 anni di carcere per Massimo Bossetti – condannato all’ergastolo in via definitiva – la difesa ottiene ora l’accesso a materiale finora negato. “Abbiamo impiegato sei anni solo per iniziare a lavorare sulla carta – ha dichiarato l’avvocato Claudio Salvagni – ma siamo fiduciosi che da qui si possa ripartire per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti”.

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