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Strage di Capaci, criminologo Carbone: “Servizi segreti americani coinvolti nella morte di Falcone, non fu la mafia”

Secondo quanto riferito da Carbone, un ufficiale americano avrebbe confidato, in via riservata, che “erano coinvolti ‘loro’” nella Strage di Capaci

11 Settembre 2023

Giornata della Legalità, 33 anni fa la strage di Capaci, l’attentato mafioso di Cosa Nostra ai danni del magistrato Giovanni Falcone

Strage di Capaci, fonte: Wikipedia

A oltre 30 anni dalla Strage di Capaci, emergono nuove rivelazioni sul coinvolgimento della Cia. Il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani venivano brutalmente assassinati da un attentato esplosivo sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci, in Sicilia. Un crimine attribuito da subito alla mafia. Eppure, come rivela il criminologo Federico Carbone, “i servizi segreti americani furono coinvolti nella strage, non la mafia”.

Criminologo Carbone: “Servizi segreti americani coinvolti nella Strage di Capaci, non fu la mafia”

Federico Carbone, criminologo impegnato da anni in indagini “controverse”, ha rilasciato dichiarazioni che aprono nuovi scenari. L’esperto, che segue anche il caso della misteriosa morte del parà della Folgore Marco Mandolini (trovato senza vita nei pressi di Livorno il 13 giugno 1995), ha raccontato di aver intervistato un generale dell’esercito USA di stanza a Camp Darby, vicino Livorno, una figura vicina alla Cia. Secondo quanto riferito da Carbone, l’ufficiale americano avrebbe confidato, in via riservata, che “erano coinvolti ‘loro’”. Con il termine “loro” intendeva proprio la Central Intelligence Agency. Una presenza, dunque, quella dei servizi segreti statunitensi, che avrebbe avuto un ruolo attivo nella strage di Capaci.

Queste rivelazioni si inseriscono in un quadro ben più ampio, fatto di depistaggi, silenzi e misteri istituzionali che hanno caratterizzato molte delle cosiddette “stragi di Stato”. La storia giudiziaria italiana ha spesso evidenziato come dietro omicidi eccellenti e attentati sanguinosi si celasse la mano di servizi segreti italiani e stranieri, ma nessuno 007 è mai stato imputato per concorso esterno in strage. Un’anomalia che, secondo molti, avrebbe contribuito a impedire la piena verità.

Ad avvalorare l’ipotesi del coinvolgimento di apparati di intelligence americana è anche il senatore ed ex magistrato Roberto Scarpinato, che da anni denuncia ambiguità e zone d’ombra nei processi legati alla mafia: “I servizi segreti americani hanno appoggiato l’estremismo di destra e la mafia perché ritenute due anticorpi contro la possibile ascesa delle forze di sinistra nell’area di governo”.

Scarpinato sottolinea con fermezza come “sia veramente incredibile e inspiegabile che a distanza di oltre 30 anni dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio ancora non sappiamo i nomi degli agenti dei servizi segreti che pochi minuti dopo l’esplosione dell’autobomba prima di tutti arrivarono sulla scena e, come raccontarono i testimoni, erano completamente disinteressati ai feriti e ai morti. Nella strage di via d’Amelio erano interessati solo a recuperare la borsa di Paolo Borsellino”. Poi il senatore prosegue: “Questo già fa comprendere, perché una volta che abbiamo i testimoni che indicano gli agenti segreti e non avevano un distintivo e questo Stato non è riuscito a identificarli i casi sono due. C’è un grave deficit”.

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